«Santissima Vergine Maria, nostra Madonna di Monte Berico, Madre di Misericordia, Salute degli infermi, ancora una volta, smarriti e impauriti, ci affidiamo, con amore filiale, alla tua potente intercessione. Tante volte tu ci hai protetto sotto il tuo manto, soprattutto nei momenti più tribolati della nostra storia, a causa di pestilenze, carestie, terremoti e guerre. Rivolgi ora il tuo sguardo misericordioso alla terra vicentina, alla nostra regione, all’Italia e al mondo intero: ascolta ed esaudisci la nostra preghiera!».
Con questa invocazione il vescovo Beniamino la sera di martedì 24 marzo, nei primi vespri della solennità dell’Annunciazione, ha manifestato, a nome di tutta la Chiesa che è in Vicenza, la supplica alla Madre della Misericordia esprimendo così il solenne atto di affidamento della Diocesi alla Madonna di Monte Berico. Ancora una volta, come già avvenuto altre volte lungo la storia, in momenti di grande difficoltà e sofferenza i vicentini si sono affidati alla Beata Vergine.
Prima di pronunciare solennemente l’atto di affidamento alla Madonna è stato proclamato il Vangelo di Giovanni che narra l’affidamento da parte di Gesù sulla croce, della madre a Giovanni, “il discepolo che egli amava”. Su questo vangelo il vescovo Beniamino ha proposto la sua meditazione dove ha posto in evidenza una domanda: «Chiediamoci perché la madre e il discepolo amato stanno presso la croce di Gesù? Perché quando non c’è più nulla da fare, resta solo l’amore, l’unica forza capace di varcare la soglia ultima della solitudine e della morte, perché l’amore è più forte della morte e chi ama è passato dalla morte alla vita. Con l’affidamento del figlio alla madre e della madre al figlio, tutto è stato compiuto.Questa narrazione – ha sottolineato Pizziol – segna il passaggio dall’ora di Gesù all’ora della comunità dei discepoli di Gesù, la Chiesa.“E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé” (Gv 19,17b). Ai piedi della croce si è realizzato il perenne miracolo di amore fra i discepoli e la Vergine Maria, come supremo testamento di Gesù. A Maria, costituita Madre dei credenti tutti gli uomini e le donne ricorreranno sempre a Lei, come a sicuro rifugio».
Ecco dunque il perché di questo nuovo ricorrere a Maria. «Anche noi – spiega il Vescovo – affidiamo alla Madonna di Monte Berico tutti gli abitanti del nostro territorio, del nostro paese e dell’intera famiglia umana. Vogliamo porre sotto il suo manto tutte le persone che i nostri più piccoli hanno disegnato con le mani e con il cuore, in questi giorni di dolore e di speranza».
E il pensiero e il cuore si allargano sopratutto in questo giorno speciale che mons. Pizziol richiama con forza. «E in questo giorno, 24 marzo, anniversario dell’uccisione di San Oscar Romero, arcivescovo di San Salvador, vogliamo ricordare tutti i missionari che sono morti martiri, coraggiosi testimoni del Vangelo di Cristo nel mondo. E rivolgiamo la nostra preghiera alla Madonna di Monte Berico anche per i nostri missionari “fidei donum” in Africa, in Asia e in America Latina, e per i tanti vicentini sparsi nel mondo, che si sentono in comunione spirituale con tutti noi, in questo momento».
È dunque la scena di Maria e del discepolo sotto la croce di Gesù, e l’immagine della Madonna di Monte Berico, che occorre contemplare. È da lì che si arriva a vivere l’affidamento solenne a Maria. Conclude il Vescovo: «Riuniti in famiglia, nelle case di riposo e di accoglienza, negli ospedali, nei conventi, nei monasteri, nelle comunità, nelle sedi istituzionali, dopo la recita di un mistero del rosario e il canto delle litanie, pronuncerò a nome di tutti e tutte voi l’atto di affidamento alla Madonna di Monte Berico».
E questo solenne atto si è articolato in una invocazione, un affidamento e nelle Petizioni ha anche esplicitato una Promessa, un impegno che guarda oltre l’emidemia e da realizzare come Chiesa. Ecco le parole pronunciate da mons. Beniamino: «Nel compiere questo atto di affidamento, la nostra Diocesi si impegna, non appena sarà possibile, a realizzare un’opera caritativa a servizio delle persone che arrivano da lontano per assistere ed essere vicini ai propri cari ammalati e hanno bisogno di un luogo in cui poter trovare ospitalità».
E anche la “Chiusura” di questa preghiera guarda oltre l’emergenza ed esprime un augurio che, si sa, potrà realizzarsi solo con l’aiuto della Vergine. «Madonna di Monte Berico, aiutaci con la tua intercessione perché in questa dolorosa esperienza crescano la nostra fede, speranza e carità: fa’ che torniamo alla vita ordinaria con un diverso senso del tempo e con una maggiore cura delle relazioni e della vita interiore. Benedici e proteggi la nostra Diocesi, tutti gli abitanti del nostro territorio e l’intera famiglia umana. Amen!»
A ringraziare il vescovo Beniamino per questo Atto di affidamento c’è il priore della Basilica di Monte Berico p. Carlo Rossato che sottolinea come in questa decisione mons. Pizziol abbia «dato ascolto a una ispirazione interiore che viene dallo Spirito. Ai fedeli è stato tolto tutto: l’eucaristia, i momenti di comunione e amicizia di cui il Santuario è segno e testimone. In questo deserto, in questo vuoto la gente riscopre la bellezza di quanto aveva prima e Maria diventa l’interlocutore privilegiato delle donne e degli uomini, perché lei è stata grembo di Dio come celebriamo nella solennità dell’Annunciazione. Questo Atto di affidamento è importante perché non riguarda solo questo fazzoletto di terra, ma l’intera famiglia umana».