Covid, a Vicenza l’estrema destra protesta contro “dittatura sanitaria”. Centri sociali chiedono “stop affitti e bollette”

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Estrema destra cita Salvini e Meloni
Estrema destra cita Salvini e Meloni

La settimana scorsa ci sono state molte manifestazioni contro il Dpcm che chiudeva bar e ristoranti alle 18 e sospendeva altre attività come circoli culturali, palestre, etc. per contenere l’emergenza Covid. Questa settimana è stato introdotto un nuovo Dpcm che stringe ancora di più i lacci, con un coprifuoco alle 22, ma diversifica le restrizioni regione per regione. I governatori sono sul piede di guerra, preoccupati dall’aspetto economico, ma, se le loror recriminazioni e quelle degli esercenti possono essere comprensibili perché l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno in questo momento è la confusione, e il clima di incertezza che si respirava fino a ieri sera alle 20:20 con le Regioni che aspettavano di sapere di che colore erano e quindi se e cosa dovevano chiudere, è stato insopportabile, anche per chi come noi, per lavoro e non per hobby cerca di informare le persone sui fatti.

Ancora meno della confusione, avevamo bisogno dell’estrema destra, e invece Movimento Nazionale, che si autodefinisce ” la frangia della destra radicale nata dallo scioglimento di Forza Nuova in Veneto”, ha appeso diversi striscioni a Vicenza e provincia, alcuni dei quali non fanno altro che ricalcare gli slogan della destra istituzionale di Salvini e Meloni, spiegando che “Non arretreremo un solo centimetro di fronte a questa che è ormai palesemente una vera e propria forma di dittatura sanitaria. In questi giorni  – aggiungono – andremo dritti in Regione a chiedere al governatore di Zaia di dare l’esempio insieme a tutto la sua squadra di assessori, rinunciando al proprio stipendio ed invitando tutti i sindaci e assessori locali a fare altrettanto. Solo rinunciando al proprio stipendio questa gente forse capirà come ci si sente ad arrivare alla fine del mese e non avere i soldi per sfamare la propria famiglia. Creino con i loro stipendi un fondo speciale per far fronte all’epidemia economica. Appello poi ai sindaci: solo rinunciando al vostro stipendio riuscirete a mettervi nei panni di non vede un euro da 8 mesi, e allora magari vi passerà anche la voglia di ergervi a sceriffi“.

Loro, dicono, non arretreranno, come invece hanno fatto altri simpatizzanti dell’estrema destra, definiti solo ‘curiosi’ da TVA, che giovedì scorso sono scappati durante la manifestazione in piazza Castello di Cobas, studenti, personale scolastico Bocciodromo. Il giorno dopo i militanti del centro sociale di via Rossi sono andati a consegnare delle monetine simboliche al sindaco Rucco per pagare l’affitto dello stabile. Sabato 7 novembre torneranno davanti al Comune per chiedere il blocco degli affitti e delle bollette come misura per affrontare le restrizioni da Covid e sopravvivere economicamente all’emergenza sanitaria. “Le ultime restrizioni hanno provocato la chiusura di molte attività e tante persone si ritrovano nella stessa situazione del lockdown primaverile – spiegano -. Anche le spese di vita quotidiana (affitto, bollette etc) sono insostenibili senza uno stipendio. Stiamo vivendo in una pandemia che non lascia tregua, i contagi aumentano e siamo tutt* consapevoli del fatto che le misure restrittive rimarranno in vigore per molto tempo. Proprio per questo non possiamo più accettare bonus e aiuti una tantum! Se non vogliamo che questa nuova ondata pandemica provochi un disastro sociale c’è bisogno di provvedimenti incisivi, concreti e duraturi. Quante persone non avranno i soldi per fare la spesa? Quante persone si ritroveranno con enormi debiti per morosità incolpevole o per le utenze? Dopo aver vissuto il primo lockdown siamo convinti del fatto che nessun* deve impoverirsi a causa della pandemia, specialmente se qualcun altro si arricchisce. Proprio per questo andremo a pretendere che le prime misure per tutelare la cittadinanza vengano immediatamente varate dalle amministrazioni comunali. Se vogliamo attraversare questa seconda chiusura è necessario un immediato annullamento degli affitti e delle bollette e l’erogazione di buoni spesa sufficienti a colmare la richiesta di cibo“.


 

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