Ho ascoltato stamani, al giornale radio delle otto, la notizia della morte per Covid di un famoso ex campione del motociclismo spagnolo, Jorge Lis, di appena 46 anni che era un negazionista tanto convinto che aveva sempre invitato anche i familiari (compresa la madre ultraottantenne) a non vaccinarsi – afferma nel comunicato che pubblichiamo Annapaola Laldi, consulente dell’associazione Aduc (qui altre note Associazione per i diritti degli utenti e consumatori su ViPiu.it, ndr).
La sua posizione intransigente di fronte alla pandemia lo ha fatto poi tribolare in ospedale ben 45 giorni, di cui molti passati in terapia intensiva. Dove, secondo la testimonianza della sorella riportata dai media, si sarebbe pentito, inviando ai familiari un WhatsApp di questo tenore “In questa settimana ho avuto improvvisamente una delle mie più grandi lezioni di vita. Passare molto tempo sui social mi aveva radicalizzato all’estremo. Mi sarei dovuto vaccinare“.
Troppo tardi, purtroppo!
La sua storia è tragicamente simile a quella di tante altre persone che, anche in Italia, dopo aver rifiutato il vaccino e difeso il proprio diniego con ogni genere di manifestazione, anche, come sembra, violenta, di fronte alla sofferenza inflitta loro dalla malattia, si sono ricredute, invitando gli altri a vaccinarsi …
Ho per tutte queste persone un sentimento di profonda pietà. Che però non mi trattiene dall’osservare, e fare osservare, che queste posizioni, anche se dettate da percorsi particolari ed esperienze personali, che pure vanno ascoltati e cercati di capire, hanno alla radice un’enorme dose di presunzione, qualcosa di molto simile alla hybris, cioè a quella che per i Greci antichi era la personificazione dello smisurato orgoglio dell’essere umano derivato dal pensarsi così potente o fortunato da ritenersi al di sopra di ogni cosa – per i Greci persino degli dei.
Ora che risulta chiaro che tra i ricoverati in ospedale e in terapia intensiva la stragrande maggioranza sono i non vaccinati, i quali detengono anche il non invidiabile primato dei decessi, è chiaro che questa negazione dell’evidenza porta a giocare alla roulette russa. Sempre!
E, allora, elenco qui alcune domande, che già da tempo mi sono sorte spontanee, ma che ogni giorno che passa si fanno sempre più pressanti, addirittura lancinanti.
E’ lecito, è morale giocare alla roulette russa per se stessi, ma anche per chi ci sta intorno? Sicuramente per tutto il personale sanitario che deve curare queste persone, rischiando di essere contagiato e di contrarre a sua volta questa tremenda malattia.
E, di fronte a questo, è davvero ingiusto pensare che sia una autentica follia quella degli operatori sanitari che si ostinano a rifiutare il vaccino? E ha senso che essi, se sospesi dalle loro funzioni, si appellino al TAR o altrove, esigendo il rispetto della loro libertà, e dimenticando che ogni libertà è davvero tale solo se si accompagna alla corrispettiva responsabilità?
Ed è opinabile affermare che una libertà, che si vuole svincolata dalla responsabilità per il prossimo, è solo ed esclusivamente licenza? E infine, una simile licenza non è configurabile come una enorme assurdità e insensatezza, perché potenzialmente omicida, oltre che suicida?
Torvo che la purezza e la durezza di coloro che si rifiutano di vaccinarsi sia certamente degna di miglior causa, e mi auguro che essi se ne rendano conto prima di cadere vittime della loro stessa presunzione di superiorità anche alla sorte. Ma se questo non dovesse accadere entro breve tempo, che il Governo si assuma le proprie responsabilità e introduca l’obbligo vaccinale, come esiste per la prevenzione della poliomielite che, prima del vaccino di Sabin, mieté un numero enorme di piccole vittime che si sono trascinate (e si stanno trascinando) i suoi esiti ancora da adulti, oppure il morbillo che miete molte vittime nei Paesi dove la vaccinazione è scarsa o inesistente, e di altre malattie potenzialmente molto pericolose.
Per completezza, desidero riportare qui sotto un paio di stralci dal documento dell’Istituto Superiore di Sanità intitolato “Epidemia Covid 19”, un ampio documento di 22 pagine con molti grafici e tabelle aggiornato all’11 agosto 2021 (ore 12:00).
Da pag 1:
“Dall’inizio dell’epidemia, sono stati riportati al sistema di sorveglianza 4.409.090 casi di COVID-19 diagnosticati in Italia dai laboratori di riferimento regionali come positivi per SARS-CoV–2 e 127.476 decessi. • La letalità del COVID-19 cresce con l’aumentare dell’età ed è più elevata in soggetti di sesso maschile a partire dalla fascia di età 30-39 anni.
La maggior parte dei casi notificati negli ultimi 30 giorni in Italia sono stati diagnosticati in persone non vaccinate. • Si stima un forte effetto di riduzione del rischio di infezione di SARS-Cov-2 nelle persone completamente vaccinate rispetto ai non vaccinati (82% per la diagnosi, 95% per l’ospedalizzazione, 97% per i ricoveri in terapia intensiva e 97% di decessi)”
P.S. So che anche quelli che il vaccino fa male sostengono che vaccinarsi è una roulette russa, anche peggio. Bene. Vuol dire che si chiude il primo tempo con un UNO a UNO. Vediamo come va al secondo tempo.
Annapaola Laldi, consulente Aduc