Che crescano in maniera esponenziale, forse molto più dei contagi virali, i danni della cosiddetta pandemia Covid 19, evitabili in parte o meno che siano (ma chi e quando ce lo dirà?), per gli effetti diretti (di tipo medico) e indiretti (psicologici ed economici), è innegabile. Non sappiamo se qualcuno si stia impegnando in modo scientifico e, soprattutto, indipendente a conoscerli, analizzarli, quantificarli e chiederne, pretendendolo, l’addebito agli eventuali responsabili, se quei danni si rivelassero dolosi in parte o in gran parte e se fossero dovuti a incuria o, peggio, a malafede di eventuali cattivi o pessimi gestori degli effetti della pandemia.
Inizieremo, intanto, a seguire e in futuro a esporre, da osservatori, alcune nostre considerazioni sui “numeri” di una gravità che non ci torna tra cui, uno su tutti, quello dei morti (di Covid o anche per Covid?) che nella tabella ufficiale che si aggiorna automaticamente anche sul nostro sito (vedi immagine dei dati al momento di questa pubblicazione) vengono “fissati” in Italia in 78,394 mentre nel mondo intero (da quando la pandemia è, sarebbe?, scoppiata) i decessi sono 1.930.829.
Numeri di certo consistenti e morti, tutte anche quella singola, dolorose ma (dati dell’Istituto Superiore di sanità) circa 100 anni fa, nel 1918, quando scoppiò la pandemia Spagnola (H1N1) “un terzo della popolazione mondiale fu colpito dall’infezione durante la pandemia del 1918–1919. La malattia fu eccezionalmente severa, con una letalità maggiore del 2,5% e circa 50 milioni di decessi, alcuni ipotizzano fino a 100 milioni…“.
La prima considerazione che facciamo a seguire è, volutamente, anche una provocazione per aprire un dibattito possibilmente con esperti, non quelli che amano la ribalta (anche loro sono una pandemia da tempo), ma anche coloro che vivono il Covid al fronte, da medici o operatori sanitari, da ex pazienti, da familiari di ex pazienti (inclusi quelli mancati).
Dopo un anno dai fari che si accesero su Wuhan (qui la storia sempre in base alla “ricostruzione” dell’ISS) i dati sono quelli che vi abbiamo appena riassunto, che sono un risultato di 2.257.866 positivi in Italia e di 89,858,494 nel mondo.
Una recente stima dice che oggi sono presenti al mondo 6,891 miliardi di persone mentre 100 anni fa, ai tempi della Spagnola, tanto per intenderci, gli abitanti della terra erano meno di 2 miliardi un terzo dei quali, circa 600.000.000, sarebbero stati infettati nei due anni della pandemia, che all’epoca non aveva come avversari le enormemente più avanzate tecnologia odierne.
Ripetuto che la nostra vuole essere una “provocazione ragionata” per parlare con una platea più vasta, non solo con quella dei piani alti della “scienza” e della “informazione”, quelli forse più “infettabili” da interessi ad oggi ignoti nei dettagli ma in parte già individuabili come non tutti filantropici, eccola qui: oggi, sia pure solo a un anno dal suo insorgere, per avere una gravità, in termini di morti, della SarsCov2, il maledetto Covid 19, confrontabile con i due anni di Spagnola la tabella in evoluzione di cui sopra dovrebbe indicare 2 miliardi circa di infettati e, nel caso migliore (50 e non 100 milioni di decessi in totale da Spagnola), oltre 172 milioni di morti…
Oggi, ripetiamo, nonostante la enormemente più rapida trasmissibilità del virus rispetto a quella del 1918, dovuta alle molto più intense e veloci comunicazioni mondiali, che, anche se opportunamente frenate dai vari provvedimenti presi, farebbero immaginare numeri ancora più elevati, siamo a circa 90 milioni di positivi sulla terra e a meno di 2 milioni di morti (di Covid o anche per Covid?) in tutto il globo terracqueo.
Eppure il mondo, a parte quello della speculazione finanziaria, delle aziende che prosperano nel “virtuale” e di quelle sanitarie e farmaceutiche, si è fermato…
O è stato fermato? Se sì’, anche solo in parte, da chi e perché?
Nel frattempo si sono fermate o si sono ridotte, di pari passo con la concentrazione delle attenzioni (più retribuite anche dal sistema sanitario?) sulle terapie e analisi anti Covid, le attività di cura e prevenzione delle altre malattie, ad esempio quelle oncologiche e cardiache, di cui dovremo mettere in conto i morti in più, se mai verranno contati da certa scienza e raccontati da certa stampa.
Nel frattempo, ovviamente, usiamo le mascherine, distanziamoci, vacciniamoci, sperando che le prossime statistiche sul campo verifichino quelle sperimentali, ma non cediamo al virus, quello sì letale, della neutralizzazione dei neuroni!
Se non altro per capire meglio le ragioni di chi sta imponendo lockdown e coprifuoco che, se ci salveranno dalla pandemia, ci faranno svegliare definitivamente più poveri e depressi di prima.
Per la maggiore ricchezza e la gioia di chi?
Scrivete non slogan ma considerazioni fattuali a cittadini@vipiu.it, confermate, integrate, correggete, contestate i nostri dubbi provocatori, basati su dati magari parziali o mal interpretati. Le prenderemo in considerazione per alimentare il confronto su un tema comunque vitale, per i sopravvissuti, per chi vorrà sopravvivere, alla malattia e alla crisi economico-esistenziale che deriva, comunque, dalla sua gestione, giusta o sbagliata che sia.
E vitale per chi rischia di non sopravvivere a malattie che continuano a uccidere e a fare sempre più morti oggi non registrati, e chissà se mai lo saranno con la stesa evidenza mediatica di quelli da e/o per Covid: oltre alle altre patologie la perdita del lavoro, il maggiore sfruttamento di chi, per conservarlo, lo subirà e, in definitiva, la povertà allo stato… terminale.
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Grazie, Giovanni Coviello