Alla fine l’arcano fu svelato e dopo l’annuncio di lunedì e il tira e molla con le Regioni di stanotte questa sera il premier Conte ha reso pubblico l’elenco dei buoni e dei cattivi, cioè delle Regioni che in base al Dpcm in vigore dal 5 novembre al 3 dicembre subiranno restrizioni più severe rispetto a quelle nazionali nell’ottica di un contenimento del contagio da Covid. Il Veneto è rimasto con il fiato sospeso fino all’ultimo, tanto che in molti hanno protestato per il clima di incertezza. Le misure entrano in vigore da venerdì 6, anche per il ritardo con cui sono state comunicate e per dare giustamente tempo a lavoratori ed esercenti di organizzarsi. Il Veneto non sarà zona arancione, bensì gialla. Il che significa che bar e ristoranti potranno rimanere aperti fino alle 18 com’è stato finora e non chiudere del tutto come invece sarebbe stato in caso di zona arancione. Inoltre ci si può ancora spostare tra Comuni diversi e anche tra regioni purché siano dello stesso colore, cioè con una situaizone di gravità di contagi dello stesso livello di rischio. Per esempio un veneto può andare in Friuli o in Emilia e viceversa. Ma non è detto che tra due settimane, quando il ministro Speranza con in mano i nuovi dati dell’Istituto Superiore di Sanità farà una nuova ordinanza, la situazione non possa cambiare.