Covid, De Zen e Cunegato (Coalizione Civica Schio): “in Veneto vaccinato solo 21,3% over 80”

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“In Veneto al 26 Marzo solo il 21,3% degli over 80 ha ricevuto le due dosi del vaccino, quando in Basilicata siamo al 34%, in Emilia al 30%, in Campania al 27% e nella vicina provincia di Trento al 41%”. Lo affermano in una nota i consiglieri di Coalizione Civica di Schio Giorgio De Zen e Carlo Cunegato. “Esprimiamo la nostra perplessità nella decisione delle regioni di vaccinare certe categorie, e anche i giovani, dal momento in cui la mortalità degli over 80 è al 7,6% e degli under 40 praticamente nulla, statisticamente irrilevante. Certo, il caso AstraZeneca non ha aiutato a fare chiarezza, ma da una settimana quel siero servirebbe a vaccinare fino ai 79 anni, a mettere in sicurezza una fascia d’età notoriamente più a rischio”.

“Eppure, sembra che il messaggio di Aifa non sia stato recepito da chi dovrebbe organizzare la campagna vaccinale. L’assunto, dopo un anno di pandemia, dovrebbe essere chiaro proprio per i dati esposti poco prima: precedenza assoluta agli anziani e alle persone fragili, senza nessuna scappatoia. Ad esempio, per stare qui vicino a noi, sembra che in Veneto la confusione regni sovrana” proseguono De Zen e Cunegato.

“La regione, guidata dalla Lega e da Zaia, pare non aver diffuso delle linee guida chiare, perché ogni Ulss segue strade diverse. Perchè nella Ulss 7 non sono stati vaccinati i famigliari e i caregiver dei trapiantati e dei disabili, mentre nella Ulss 8 si? Perché nella Ulss 2 si lascia che le persone possano accedere ai centri vaccinali senza prenotazione e nelle altre Ulss no? Oggi apprendiamo dalla stampa locale della estemporanea convocazione per domani a Marano Vicentino dei sessantanovenni senza alcuna prenotazione: perché le dosi dovrebbero restare nel cassetto? Non si riescono a trovare nei loro sistemi così efficienti 500 persone fragili da vaccinare? E ancora: perché nella Ulss Berica per i settantenni si comincia a chiamare le persone dalla classe di nascita più bassa mentre nella Ulss pedemontana da quella più alta? Avere distonie così evidenti addirittura nella stessa provincia è imbarazzante”.

“Il dibattito nato sulla vaccinazione dei dipendenti pubblici è poi surreale – chiosano infine De Zen e Cunegato -. Nella Treviso zaiana e nel vicentino hanno cominciato a vaccinare i dipendenti comunali. A Padova si fa lo stesso, poi si sospendono le vaccinazioni dopo che Zaia ha detto “si vaccinano le categorie sbagliate”. Il sindaco Giordani dice di essersi limitato a seguire le indicazioni delle Ulss. Quindi Zaia, che dovrebbe guidare e dirigere le Ulss si oppone alla scelta delle Ulss. Una accusa che diventa un’autoaccusa. Il tutto dopo che in alcune Ulss, come quella Pedemontana e quella di Treviso, i dipendenti comunali sono già stati vaccinati.
Abbiamo letto in un articolo di Rampini che a New York, dove le vaccinazioni sono molto più avanti, hanno ricominciato a vivere, così come in Israele. Già dal 8 marzo hanno riaperto ristoranti e cinema e la vita riprende a fiorire. Nel nostro paese siamo molto indietro, con Zaia che spera nella zona arancione senza che l’organizzazione della campagna vaccinale sia efficace ed efficiente. Nel frattempo, la gestione Leghista in Veneto della terza ondata è sempre pressapochista, con il tracciamento saltato e gli ospedali che fanno da ultimo fronte a un virus che sappiamo bene come si comporta. Purtroppo una risposta per arginare la malattia l’avremmo anche, ma la disorganizzazione della campagna vaccinale sta costringendo ad assistere ancora a lutti e ricoveri, che si tramutano oltretutto, come se non bastassero, nella mancanza delle prestazioni sanitarie non urgenti (come abbiamo visto da disposizioni ieri della Ulss 8)”.