Covid, Emmanuela Bertucci (Aduc): “600 mila stranieri clandestini da vaccinare per evitare nuovi focolai”

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Migranti all'hotel Adele (foto d'archivio)
Migranti all'hotel Adele (foto d'archivio)

Emmanuela Bertucci, legale e consulente Aduc, Associazione per i diritti degli utenti e consumatori, associazione senza scopo di lucro nata nel 1990,  pone la questione della vaccinazione anti-Covid degli stranieri clandestini. In una nota Bertucci spiega che sarebbe un errore ignorare questo tema, perché porterebbe al rischio della nascita di nuovi focolai. “I nostri clandestini sono una delle nostre grandi ipocrisie, sappiamo che ci sono, c’è chi grida all’espulsione, ma la maggior parte di loro sono in Italia da anni senza mai essere riusciti ad ottenere il permesso di soggiorno perchè – fatta eccezione per la sanatoria “sbilenca” del 2020 – regolarizzazioni non ce ne sono dal 2012 – afferma Bertucci -. Nell’epoca della pandemia, in cui la salute del singolo è, come mai prima, legata a doppio filo alla salute dell’altro, non vaccinare gli irregolari sarebbe, oltre che illegittimo e incostituzionale, anche condotta estremamente miope. Parliamo infatti di almeno 600.000 persone, potenziali focolai di infezione che farebbero saltare tutti i più rosei piani di tutela della salute collettiva”.

“Per vaccinarsi, i cittadini extracomunitari irregolari devono richiedere il tesserino STP (Straniero Temporaneamente Presente) mentre i comunitari senza tessera sanitaria italiana devono chiedere il tesserino ENI (Europeo Non Iscritto). Si tratta di un diritto che però rischia di rimanere sulla carta. Qualche settimana fa l’AIFA aveva pubblicato delle informazioni chiare: “FAQ 9. Che documenti sono richiesti per effettuare la vaccinazione alle persone (italiane e straniere) in condizioni di fragilità sociale? Sulla base di quanto sancito dall’articolo 32 della Costituzione italiana e di quanto previsto dall’articolo 35 del Testo Unico sull’immigrazione, può essere accettato: un qualsiasi documento (non necessariamente in corso di validità) che riporti l’identità della persona da vaccinare e/o Tessera sanitaria – TEAM (Tessera Europea Assicurazione Malattia) – Codice STP (Straniero Temporaneamente Presente) – Codice ENI (Europeo Non Iscritto). In mancanza di un qualsiasi documento verranno registrati i dati anagrafici dichiarati dalla persona e l’indicazione di una eventuale ente-struttura-associazione di riferimento” che però sul sito AIFA non ci sono già più sostituite, in uno dei frequenti aggiornamenti, con una dicitura ben più stringata: “Chi ha diritto alla vaccinazione? Tutte le persone residenti o stabilmente presenti sul territorio italiano, con o senza permesso di soggiorno, che rientrano nelle categorie periodicamente aggiornate dal Piano Vaccinale”.

“Il diritto è chiaro, quasi impossibile invece esercitarlo, perché i sistemi di prenotazione online possono essere utilizzati solo con la tessera sanitaria. L’unica regione che fornisce indicazioni precise è la Liguria, che ha aperto le vaccinazioni ai clandestini da lunedì 10 maggio. Per questo motivo chiediamo al Ministero della Salute e alle singole regioni di provvedere con urgenza ad aprire la vaccinazione agli irregolari – conclude Bertucci – secondo i medesimi criteri applicati alla popolazione regolarmente residente, introducendo la possibilità di prenotazione anche per i titolari di tessera STP e ENI, tramite i servizi online già esistenti e – ancor meglio – tramite un unico ufficio che rilasci i tesserini STP ed ENI e prenoti il vaccino. Discutere della sospensione dei brevetti sui vaccini e riflettere su come aiutare i Paesi più poveri del mondo a vaccinare la popolazione è inutile – e caricaturale – se non vacciniamo i “nostri” ultimi.