Covid, immunologa Viola: “se acceleriamo vaccinazioni ultimi sacrifici poi in estate stop restrizioni”

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Antonella Viola
L'immunologa Antonella Viola in diretta da Padova

Da domani entra in vigore in nuovo Dpcm, il primo del Governo Draghi e anche il primo a dover affrontare una nuova stagione della pandemia: quella delle varianti e dei vaccini. Se da un lato, infatti, grazie ai vaccini siamo in una fase decisamente migliore rispetto ai momenti difficili attraversati durante tutto l’ultimo anno, è d’altro canto indubbio che ci troviamo ad affrontare un virus diverso e più temibile. La variante inglese, nota con la sigla B.1.1.7, è ormai ampiamente diffusa e maggioritaria su tutto il territorio, mentre la variante brasiliana, e ancora di più quella sudafricana, sembrano limitare la loro diffusione a zone circoscritte. Come sappiamo ormai da tempo, la comparsa di varianti virali è un fenomeno normalissimo: il virus inserisce errori nel suo materiale genetico ogni volta che si replica e sono in giro molte più varianti di quelle di cui ci stiamo preoccupando così tanto. Spesso le mutazioni che compaiono per caso sono deleterie per il virus stesso e quindi scompaiono; altre volte, sono indifferenti e cioè non cambiano le caratteristiche del virus. Le mutazioni che si stanno invece imponendo nel mondo conferiscono al SARS-CoV-2 due vantaggi: maggiore trasmissibilità, come nel caso della variante inglese, e capacità di nascondersi al sistema immunitario, come per le varianti brasiliana e sudafricana. E quando il nemico cambia e affina le sue armi, a noi tocca ripensare alla nostra strategia di difesa. Da qui nascono le nuove, più severe restrizioni del Dpcm che entra il vigore domani.
La più grande differenza riguarda il mondo scolastico, perché si torna alla chiusura di tutte le scuole, di ogni ordine e grado, non solo nelle zone rosse ma anche laddove vi siano più di 250 contagi ogni 100mila abitanti nell’arco di 7 giorni o comunque una situazione di peggioramento del quadro epidemiologico. Questo provvedimento così severo – che comporta non solo i grandissimi problemi legati al negare ai nostri ragazzi quell’ambiente di accoglienza, crescita e formazione che è la scuola ma anche, andando a colpire persino i più piccoli, tutta quella serie di problematiche legate alla gestione dei figli per i genitori che lavorano – è però necessario a causa delle caratteristiche della variante B.1.1.7. Nei paesi in cui la variante inglese si è diffusa, incluso il nostro, si è assistito ad un forte aumento dei contagi nella fascia di età che va dai 6 ai 18 anni. Si era persino ipotizzato che questo virus colpisse preferibilmente i più giovani, ma analisi ulteriori hanno dimostrato che in realtà la contagiosità aumenta per tutte le fasce di età. Il forte aumento dei contagi registrato nei bambini e nei ragazzi dipende quindi da un virus che riesce ad infettarli molto meglio della versione precedente e dalle maggiori interazioni che i più giovani hanno tra loro, dentro e fuori l’ambiente scolastico.
Sappiamo che le regole del nuovo Dpcm ci accompagneranno oltre la Pasqua e che ulteriori restrizioni sono non solo possibili ma anche probabili. Ma se si procederà celermente con la campagna di vaccinazioni, mettendo al più presto al sicuro i più fragili (non solo gli anziani ma anche le persone giovani a rischio di COVID-19 severo per co-morbidità), allora possiamo pensare che questi saranno davvero gli ultimi grandi sacrifici. Con l’arrivo dell’estate e con buona parte della popolazione almeno parzialmente e temporaneamente protetta (per infezione naturale o grazie ai vaccini), potremo lentamente allentare le misure di contenimento per poi abbandonarle. Certamente il virus non sparirà – le previsioni ci dicono che continuerà a circolare nel mondo e diventerà endemico – ma la sua presenza sarà compatibile con la nostra vita senza troppe rinunce.

Antonella Viola sul Corriere del Veneto