Covid, la “strage” silenziosa. Spi Cgil: “a Vicenza 1000 morti in più di over 85 rispetto agli ultimi cinque anni”

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Coronavirus, anziana positiva (foto d'archivio)
Coronavirus, anziana preoccupata (foto di archivio)

La pandemia ha ucciso (e continua a farlo) un pezzo di storia del Vicentino. La memoria di chi ha vissuto due conflitti mondiali, il dopoguerra, gli anni 70 e poi tangentopoli e la seconda Repubblica. La strage “silenziosa” nel territorio berico ha falcidiato una generazione, quella dei grandi anziani, gli ultra85enni che qualcuno, in questo periodo, ha considerato sacrificabili, dimenticando che si tratta dei nostri padri, dei nostri nonni, ancora attivissimi nella comunità e pronti ad aiutare fogli e nipoti con la propria (spesso magra) pensione. Lo Spi Cgil del Veneto, elaborando i dati fornito dall’Istat, ha definito con i numeri la dimensione di questa ecatombe.

Nel periodo che va dal 1° marzo al 31 dicembre 2020, sono deceduti circa mille over 85 in più rispetto alla media degli anni precedenti (2015-2019). Andando nel particolare, in quei dieci mesi dello scorso anno sono morti 4.057 “grandi” anziani vicentini, 1.027 in più della media 2015-2019 (+33,9%). La differenza, naturalmente, è quasi del tutto imputabile agli effetti della pandemia su questa parte fragile di popolazione e lascia aperti molti interrogativi su ciò che si doveva fare per salvare qualche vita in più. Leggendola in altro modo, possiamo dire che se negli anni precedenti fra gli over 85 berici si contavano in media 15 morti ogni 100, nel 2020 questa percentuale è salita a 20 decessi ogni 100 grandi anziani tanto da piazzare la provincia vicentina al secondo posto dopo Verona nella triste contabilità dei morti fra gli ultraottantacinquenni. Non solo. Anche nelle altre fasce di età “anziane” la provincia registra performance tutt’altro che invidiabili. In quella compresa fra i 65 e i 74 anni i decessi sono cresciuti del 15,4% e in quella compresa fra i 75 e gli 84 l’aumento è del 25,8%. A livello comunale, nel capoluogo si contano “solo” una settantina di decessi in più fra gli over 85 mentre altri Comuni hanno dati molto più allarmanti. Bassano del Grappa, per esempio, dove i decessi fra i grandi anziani sono passati da 227 (media marzo – dicembre 2015-2019) a 339, Asiago (da 38 a 85), Arzignano (da 86 a 126).

“L’indagine – spiega in un comunicato Chiara Bonato segreteria generale dello Spi Cgil del Veneto – conferma in pieno le nostre sensazioni. La pandemia ha fatto une vera e propria strage fra i nostri anziani vicentini. Persone che qualcuno ha addirittura considerato sacrificabili e che invece, come sappiamo molto bene, sono in gran parte ancora attive e presenti nella nostra comunità e spesso rappresentano la stampella economica per figli e nipoti. Per questo abbiamo contestato l’iniziale piano della regione che ritardava la vaccinazione per i grandi anziani. Fortunatamente grazie alle nostre pressioni la programmazione è stata cambiata. La nostra speranza è che adesso riprenda a pieno ritmo la vaccinazione, dopo il parziale stop di questi giorni, e che si proceda soprattutto con la rapida immunizzazione di tutti i soggetti più fragili, come appunto i grandi anziani».

Per quanto riguarda gli interventi da mettere in campo nei prossimi mesi per superare la crisi pandemica, il sindacato dei pensionati della Cgil di Vicenza ha le idee molto chiare. “Serve una sanità territoriale attenta ai bisogni di questi soggetti che possiamo definire fragili – proseguono dal sindacato -. Perciò non dobbiamo perdere l’occasione di sfruttare al meglio le risorse del Recovery fund. Lo Spi, assieme agli altri sindacati, si sta confrontando con Enti locali vicentini e Ulss per programmare politiche sociosanitarie sempre più vicine al cittadino, puntando appunto a quella medicina di territorio che è ancora deficitaria come dimostrano gli effetti della pandemia”.