COVID: lettera di contestazione dei compiti della Commissione d’inchiesta a firma di Destro, Manno, Giacomazzi e Puppato

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Commissione parlamentare d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza Covid-19
Commissione parlamentare d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza Covid-19

Lo scorso 6 agosto sono stati nominati i componenti della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza Covid-19, di cui alla legge n. 22 del 5 marzo 2024. I lavori della Commissione possono quindi essere avviati: inzia così la lettera di contestazione dei sui compiti a firma di Marco Destro, Maurizio Manno, Angelo Giacomazzi e Laura Puppato.

Leggerne i compiti- prosegue la lettera – procura un senso di contraddittorietà ed estrema vaghezza, rileviamo infatti che non sono bastate le lettere dell’alfabeto per elencare le innumerevoli necessità di verifica ed accertamento cui si sottopongono i Governi ed il Commissario che hanno attraversato il periodo pandemico, presumendo abusi, sprechi ed illeciti vari ma dimenticando totalmente il ruolo primario che le Regioni hanno avuto in quel lungo e drammatico periodo. 

Infatti, mentre risultano abnormi i confini dei compiti che si è data la commissione per la ricerca, i limiti investigativi fondamentali sono talmente  evidenti da lasciarci esterrefatti.  Infatti mentre contengono ogni e qualsiasi decisione tenuta dai Governi che si sono succeduti nel tempo del Covid, escludono completamente qualsivoglia indagine attorno alle azioni proprie delle Regioni ovvero delle rispettive Giunte e Presidenze regionali, che pure hanno speso, come noto, miliardi in acquisti di presidi e farmaci.

Questo passaggio sarebbe stato ovvio ed imprescindibile se davvero si volesse rendere alla cittadinanza un quadro completo e veritiero rispetto a quanto avvenuto nel corso del periodo pandemico.

Rimarranno invece del tutto inesplorate domande quali:

  1. le comunicazioni istituzionali delle singole Regioni sono state adeguate rispetto alle conoscenze sanitarie del periodo?
  2. i dati infettivi dei presidi sanitari trasmessi dalle Regioni allo Stato erano effettivamente corretti?
  3. le Regioni hanno saputo adottare tutte le misure necessarie alla gestione dei ricoverati Covid-19 quali, ad esempio, la messa a disposizione di efficienti posti letto dotati di personale medico in misura almeno funzionale se non proporzionata?

Nella legge n. 22 del 5 marzo 2024 istituenda la Prefetta Commissione d’inchiesta invece, non si fa nemmeno un accenno all’operato delle Regioni, quasi a voler assolvere a prescindere le loro condotte o forse a voler ricercare per le solite note ragioni “politiche” solo effetti propagandistici privi di ogni reale efficace inchiesta.

In modo del tutto unidirezionale, l’art. 3, lett. m), limita i compiti della Commissione nel “valutare la tempestività e l’adeguatezza delle indicazioni e degli strumenti che il Governo e le sue strutture di supporto hanno fornito alle regioni e agli enti locali nel corso di ciascuna fase dell’emergenza pandemica”.

Nessuna delega investigativa “al contrario”, ovvero se tali “strumenti e strutture” siano stati utilizzati correttamente dalle Regioni e dagli enti locali che, ricordiamo hanno avuto ampia delega ed hanno già acquisito quell’autonomia di gestione nell’ambito sanitario che pare essere oggi con la riforma sull’autonomia, la ricetta per ogni necessità.

Reputiamo alla luce di questo svarione incomprensibile se visto alla luce di dati obiettivi che forse non esista davvero una volontà di ricerca della verità in quanto accaduto.  Eppure lo si dovrebbe alle decine di migliaia di decessi avvenuti in forma talvolta dubbia è concentrata nel tempo. Dunque un appello affinché si debba necessariamente ricercare le responsabilità anche a livello regionale, competente in materia sanitaria, pena distorcere inequivocabilmente la verità stessa.

A firma di:

Marco Destro

Maurizio Manno

Angelo Giacomazzi

Laura Puppato