In un’intervista a Repubblica il coordinatore del Comitato tecnico scientifico Agostino Miozzo, nato a Camposampiero nel Padovano, ha affermato la necessità che l’esercito sia in piazza a controllare gli assembramenti, soprattutto se si dovesse riaprire i ristoranti la sera, e ha anche parlato di un lockdown totale di due mesi, che sarebbe la terapia più efficace contro il Covid, ma che non ci possiamo permettere. A far discutere sono state soprattutto le sue parole sulla gestione della pandemia a livello sanitario. Secondo Miozzo il nuovo governo Draghi dovrebbe gestire la pandemia a livello nazionale togliendo competenza alle Regioni. “A Draghi – ha affermato – suggerirò il ricorso all’articolo 120 della Costituzione che prevede il potere di sostituzione del governo centrale laddove le autorità locali non garantiscano i diritti costituzionalmente previsti. Sulla scuola si sono viste scelte incomprensibili fatte dal territorio in assoluta disconnessione con il sistema centrale e ora si vedono altrettante fotografie su un programma strategico per il Paese come quello delle vaccinazioni”. “Le affermazioni del coordinatore del Comitato tecnico scientifico, Agostino Miozzo – che ha suggerito al presidente del Consiglio incaricato Draghi di sostituire il governo centrale alle Regioni – sono totalmente lontane dalla realtà rispetto a un’analisi oggettiva su come sia stata affrontata la pandemia in Italia. Al contrario, proprio grazie alle amministrazioni regionali e alle Province autonome, si è riusciti nel difficile compito di garantire la tenuta del sistema Paese anche in contesti particolarmente complessi e malgrado non poche manchevolezze da parte delle strutture centrali”. Lo affermano in una nota (fonte Public Policy) i presidenti delle Regioni di centrodestra Marco Marsilio (Abruzzo), Vito Bardi (Basilicata), Antonino Spirlì (Calabria), Massimiliano Fedriga (Friuli Venezia Giulia), Giovanni Toti (Liguria), Attilio Fontana (Lombardia), Francesco Acquaroli (Marche), Donato Toma (Molise), Alberto Cirio (Piemonte), Christian Solinas (Sardegna), Sebastiano Musumeci (Sicilia), Donatella Tesei (Umbria) e Luca Zaia (Veneto), unitamente al presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti.
“In un momento così critico per il Paese e per l’Europa intera, ci auguriamo – aggiungono – che le persone chiamate a ricoprire, a torto o a ragione, incarichi tecnico-scientifici comprendano il loro importante ruolo e utilizzino la massima prudenza prima di fare superficiali affermazioni prive di qualsiasi logica”.