Lo avevamo scritto all’inizio della pandemia: vedrete che qualcuno sosterrà la tesi del Covid Coronavirus fuoriuscito da un centro di ricerca. Ora, a sostenere questa tesi è anche il professor Giorgio Palù, a capo dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), in una intervista al Corriere della Sera – scrive nella nota su Putin che pubblichiamo Primo Mastrantoni di Aduc (qui altre note dell’Associazione per i diritti degli utenti e consumatori su ViPiu.it, ndr) –.
Come sempre siamo disponibili a recepire tutte le tesi che siano supportate dai dati e che portino alla conoscenza della realtà.
Purtroppo il prof. Palù inizia l’intervista con “È suggestivo un dato, che andrà comunque confermato da ulteriori verifiche di altri ricercatori”. Tralasciando il “suggestivo”, rileviamo che la tesi del virus sfuggito da un laboratorio deve essere confermata da ulteriori verifiche”. La domanda che sorge spontanea è: perché Palù non attende “ulteriori verifiche”? Così farebbe un ricercatore e, per di più, se è a capo di una struttura importante quale è l’Aifa.
Non ci addentriamo negli aspetti tecnici – la sequenza del genoma – ma rileviamo che con tali dichiarazioni viene meno la prassi del metodo scientifico che è basato su ipotesi, dati e verifiche. Le “suggestioni” hanno un loro fascino, ma tali rimangono.
Primo Mastrantoni, Aduc