Da alcuni giorni la prima pagina di quasi tutti i giornali, non solo veneti, riguarda il fatto che il Veneto è la regione con l’indice Rt più alto d’Italia e che il tasso di positività al Covid rispetto ai tamponi effettuati avrebbe raggiunto il 36,3%. Dati che si presume non siano inventati, bensì ricavati dall’Istituto Superiore di Sanità. Ma il Dipartimento Prevenzione della Regione del Veneto, guidato dalla dottoressa Francesca Russo, (in foto) non ci sta e in un comunicato puntualizza quanto segue: “1) Nei giorni scorsi è stata diffusa da Azienda Zero una tabella che fornisce una erronea lettura dell’andamento dell’epidemia da Covid 19 nella Regione del Veneto, in particolare per quanto riguarda le percentuali del numero dei positivi sui tamponi effettuati. 2) La tabella è stata peraltro redatta sulla base di una norma risalente al febbraio 2020 che prevede come la percentuale dei positivi sui tamponi sia calcolata esclusivamente sul numero dei tamponi molecolari. Da tenere presente che al momento in cui venne emanata la norma i tamponi rapidi non erano ancora disponibili, fecero infatti la comparsa sui mercati soltanto ad aprile. 3) Occorre evidenziare inoltre che, mentre nel calcolo della percentuale viene inserito soltanto il numero dei tamponi molecolari, il numero dei positivi comprende anche i soggetti refertati con i tamponi rapidi. 4) La vera situazione epidemiologica del Veneto non può dunque non tenere conto, ai fini del calcolo dell’incidenza percentuale dei positivi, della somma dei tamponi rapidi e di quelli molecolari, considerando che quotidianamente il Veneto effettua circa 20 mila tamponi molecolari e circa 40 mila tamponi rapidi”.
La Regione ha poi divulgato due tabelle “che restituiscono la reale situazione del rapporto fra positivi e totale dei tamponi effettuati (somme dei tamponi molecolari e rapidi). A seguito di interfaccia con la Direzione Prevenzione del Ministero della Salute, abbiamo avuto rassicurazioni sulla pubblicazione del dato dei tamponi rapidi accanto a quello del numero dei tamponi di biologia molecolare. Questo elemento è strettamente connesso alla modifica della definizione di caso che sarà contenuta nella prossima circolare del Ministero della Salute. La proporzione dei casi sul totale dei test effettuati – conclude il comunicato – sia rapidi che molecolari, consentirà di avere un elemento più preciso per la valutazione degli scenari epidemiologici“.