Covid, Rete Nazionale Scuola in Presenza: “no a riapertura scuole a febbraio”

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scuola in presenza no riapertura scuole a febbraio
scuola in presenza no riapertura scuole a febbraio

La Rete Nazionale Scuola in Presenza esprime in un comunicato fortissima preoccupazione per alcune dichiarazioni da parte di rappresentanti delle Istituzioni riguardanti la ripresa delle lezioni dopo le festività natalizie. Dubbi in particolare vengono sollevati sull’ipotesi di “prolungamenti delle vacanze sino a febbraio, screening di massa ai sani (a fronte di un tracciamento dei sintomatici saltato) prima del rientro e, ancora più grave, libertà di manovra a sindaci e amministratori di Regione sulla sospensione delle lezioni in presenza: esattamente lo stesso copione dell’anno scorso, nonostante la sentenza n. 37/2021 della Corte Costituzionale che stabilisce che, in emergenza, se si è in emergenza, compete all’autorità dello Stato, e non alle singole Regioni, stabilire linee guida,  limiti e avere il coordinamento in materia di profilassi nazionale. Riteniamo inoltre irricevibile – prosegue la nota della Rete Nazionale Scuola in Presenza – la lettera indirizzata al governo dal presidente dell’Ali (Autonomie locali italiane) Matteo Ricci, portavoce di alcuni sindaci, affinché sia introdotto “subito” il green pass nelle scuole: tale proposta comporterebbe infatti una radicale compressione del diritto all’istruzione non pertinente per una società che voglia dirsi autenticamente democratica”.

“Il Consiglio di Stato, nei mesi scorsi, ha dichiarato illegittimi – e sottolineiamo ‘illegittimi’ – i provvedimenti governativi di chiusura “preventiva” delle scuole effettuati durante lo scorso anno scolastico. Provvedimenti presi con una situazione epidemiologica relativamente tranquilla e comunque peggiore di quella attuale e in assenza della copertura vaccinale oramai presente, oggi, per tutto il personale scolastico e per gran parte della popolazione”.

“Reputiamo dunque inaccettabile parlare ancora di chiudere le scuole senza che la cosa susciti perlomeno indignazione, anche solo da un punto di vista strettamente giuridico. Le stesse linee guida nazionali varate prima dell’inizio dell’anno scolastico parlano chiaramente di scuola in presenza anche in zona ‘rossa’ e limitano fortemente il potere d’intervento degli amministratori locali; amministratori che spesso, duole dirlo, hanno dimostrato di optare per scelte demagogiche e legate alla ricerca del consenso o a fattori emotivi agenti nella popolazione, più che a motivate evidenze epidemiologiche e scientifiche”.

“Sul piano degli studi scientifici, sappiamo ormai che la scuola è uno degli ultimi setting di contagio, stante la rigidità dei protocolli previsti al suo interno, e che la contagiosità si attesta su percentuali che gravitano intorno al 2% della popolazione scolastica. La stessa comunità scientifica, peraltro, è ormai concorde sui gravissimi danni causati dalla chiusura delle Scuole e dalla didattica a distanza sulla salute di bambini e ragazzi e sul piano psicologico, sociale, cognitivo, relazionale: per i bambini e le bambine, le ragazze ed i ragazzi la scuola è salute, e continuare a privare i minori di questa fondamentale esperienza di crescita a causa anche di continue quarantene “precauzionali” (laddove all’estero non hanno chiuso quasi mai, neanche in piena emergenza) sta alimentando il loro disagio, testimoniato da un peggioramento dei dati riguardanti il loro equilibrio psicofisico: i dati della Società Italiana di Pediatria (Sip) dicono che sono aumentati del 147% gli accessi per “ideazione suicidaria”, seguiti da depressione (+115%) e disturbi della condotta alimentare (+78.4%). Queste evidenze stanno distruggendo intere famiglie e Comunità. È per questo che la Rete Nazionale Scuola in Presenza diffida sin d’ora il governo e gli enti locali da qualunque provvedimento che limiti il diritto alla Scuola in presenza dei minori”.

“Riteniamo inaccettabili le dichiarazioni che vanno in controtendenza rispetto a queste chiare indicazioni e chiediamo con forza che nessuno metta ancora in dubbio la riapertura regolare delle Scuole dopo le festività natalizie, né che la condizioni ad altre misure precauzionali non giustificate dall’evidenza scientifica. Diversamente, come già fatto lo scorso anno con numerosi esiti giuridici positivi, non esiteremo a difendere il diritto all’istruzione degli studenti italiani, la loro salute e, conseguentemente, il futuro del Paese, in tutte le sedi  e con tutti i mezzi opportuni”.