Covid, scontro su istituzione commissione regionale d’inchiesta. Lorenzoni: “natura di studio”. Villanova: “no, politica”

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prima commissione consiglio regionale veneto covid
prima commissione consiglio regionale veneto covid

Scontro nella commissione Affari istituzionali sull’istituzione della commissione regionale di inchiesta sulla gestione della pandemia da Covid. La seduta, presieduta da Luciano Sandonà (ZP), ha visto la presentazione delle due distinte iniziative legislative depositate in questi giorni per l’avvio di una commissione speciale di studio e approfondimento: la prima presentata il 5 maggio delle opposizioni e la seconda il 10 maggio, a firma dei due capigruppo della coalizione leghista. L’illustrazione da parte dei proponenti ha rappresentato il primo ‘step’ del percorso istruttorio: la commissione, ha dichiarato il presidente Sandonà, entrerà nel merito e voterà il provvedimento istitutivo la settimana prossima.

La prima proposta, primo firmatario il capogruppo del Pd Giacomo Possamai e sottoscritta dagli altri consiglieri di opposizione, presentata a seguito della seduta ‘fiume’ della commissione Sanità di confronto con il presidente Zaia, chiede di mettere sotto i riflettori la gestione in Veneto della seconda fase della pandemia e, in particolare, l’impennata nel numero di contagiati e di morti che si è verificata in Veneto tra ottobre 2020 e marzo 2021. Periodo nel quale – si legge nella relazione introduttiva – “sono morte per Covid in Veneto il quadruplo delle persone morte nei sette mesi precedenti”.

La seconda proposta di delibera, presentata il 10 maggio dai due capigruppo della coalizione leghista Alberto Villanova e Giuseppe Pan, chiede, invece, la riattivazione della commissione speciale di inchiesta sulle case di riposo, avviata a maggio 2020 sul finire della precedente legislatura e decaduta con il suo termine. La commissione d’inchiesta, nelle intenzioni dei proponenti, dovrebbe allargare il raggio di studio e approfondimento a tutto il periodo della pandemia “al fine di comprendere le azioni adottate dalla Regione del Veneto nel contrasto della pandemia”.

Dal punto di vista tecnico entrambe le proposte di delibera amministrativa prevedono che la commissione sia costituita da 11 consiglieri, 6 di maggioranza e 5 di opposizione, presieduti da un esponente dell’opposizione, affiancato da due consiglieri di maggioranza nel ruolo di vicepresidente e di segretario della commissione.

Quanto all’ambito e al metodo di indagine, il testo delle opposizioni chiede di “accertare le cause ed eventualmente le responsabilità” dell’”aumento drammatico del numero dei contagi e dei decessi in Veneto” nei mesi autunnali e invernali, e prevede di invitare ‘in audizione il Presidente del Veneto, l’assessore regionale alla Sanità, il direttore generale dell’Area Sanità e Sociale della Regione, i direttori generali delle Aziende ULSS e di Azienda Zero, i direttori delle RSA e delle Case di riposo; i rappresentanti delle organizzazioni sindacali e rappresentanti del personale sanitario e sociosanitario, familiari di persone decedute, nonché altri soggetti che possano riferire o apportare ogni utile elemento conoscitivo ai fini dei lavori della commissione”.

La proposta leghista, invece, chiede di “accertare quali azioni siano state intraprese per contenere la pandemia da Covid-19 e quali siano stati i fattori epidemiologici che hanno in qualche modo influito sull’andamento dei contagi e dei decessi nelle diverse fasi della pandemia stessa”. Propone, inoltre, di ascoltare le autorità regionali e i direttori delle Ulss e delle Case di riposo, e “tecnici e i virologi che ricoprano incarichi di riferimento per la Regione del Veneto”. I consiglieri di maggioranza chiedono, infine, che i lavori della commissione d’inchiesta siano pubblici e che ci siano “forme di collaborazione e raccordo tra l’ufficio di presidenza della commissione e l’autorità giudiziaria”.

Quattro pertanto i punti di divergenza evidenziati nel primo confronto in commissione: il ‘focus’ della commissione d’inchiesta; la pubblicità dei lavori; gli interlocutori da ascoltare; e, infine, la collaborazione diretta con l’autorità giudiziaria.

Nel corso della discussione il capogruppo del Pd Possamai e la vicepresidente dem della commissione Vanessa Camani hanno definito una ‘forzatura’ l’iniziativa della maggioranza di presentare un provvedimento istitutivo che si sovrappone a quello presentato dalle opposizioni, sottraendo alla minoranza una delle prerogative democratiche. Il portavoce dell’opposizione Arturo Lorenzoni e la consigliera Elena Ostanel (Il Veneto che vogliamo) hanno ribadito la natura di studio e approfondimento della commissione, invitando a non equipararla ad un “tribunale’ e a garantire agli auditi la possibilità di esprimersi liberamente, con la scelta di secrere i lavori.

Dai banchi della maggioranza il capogruppo della lista Zaia Villanova, i consiglieri della Liga veneta Marzio Favero, Enrico Corsi e Laura Cestari, Tomas Piccinini di Veneta Autonomia e Raffaele Speranzon, capogruppo di Fratelli d’Italia, hanno contestato la natura ‘politica’ e ‘pregiudizievole’ della richiesta delle opposizioni, sostenendo che la loro proposta istitutiva è volta ad isolare un singolo aspetto nella gestione della pandemia e a delimitare il campo degli interlocutori da ascoltare allo scopo di dimostrare un ‘teorema’ accusatorio più che di perseguire la ricerca della verità.