Premessa generale. Pubblichiamo di seguito il punto di Luca Zaia sulla Situazione epidemiologica Covid in Veneto al 7 dicembre 2021 (qui tutte le precedenti analisi di Luca Fusaro su ViPiu.it, qui quelle specifiche sull’Italia, qui le rilevazioni integrali di Azienda Zero per il Veneto, qui quelle sul Lazio, qui quelle su Latina e Frosinone sempre col coordinamento del nostro analista, in fondo alla home page di ViPiu.it dati in tempo reale di province e regioni italiane oltre che di singoli paesi del mondo, ndr).
Il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, affiancato dall’Assessore alla Sanità Manuela Lanzarin e dalla direttrice dell’IZS Antonia Ricci hanno esposto il 7 dicembre la situazione del Covid-19 in Veneto.
In Veneto, per quanto riguarda la gestione degli ospedali in relazione all’andamento dei ricoveri, sono individuati cinque indicatori di rischio (verde, azzurro, giallo, arancione e rosso) parametrati sul numero di posti letto Covid occupati in terapia intensiva e sulla relativa necessità di garantire posti letto sufficienti per l’erogazione di tutti gli altri servizi ospedalieri.
La fase verde si identifica con una situazione che veda occupati da 0 a 50 posti letto Covid e prevede l’utilizzo di posti letto isolati in ospedali hub & spoke; viene preservata l’attività ordinaria in modo diffuso in ogni ospedale; non viene sospesa alcuna attività, salvo un eventuale ritardo nelle prestazioni programmate.
La fase azzurra si ha quando i posti letto di terapia intensiva Covid occupati sono da 51 a 150. In questo caso, si prevede l’attivazione di posti letto aggiuntivi negli ospedali hub & spoke e l’attivazione parziale di posti di terapia intensiva del Centro Regionale Urgenza Emergenza; si preserva l’attività ordinaria negli ospedali hub & spoke; si riorganizza l’attività ordinaria con eventuale sospensione (o ritardo) dell’attività programmata.
La fase gialla scatta da 151 a 250 posti letto di terapia intensiva occupati e prevede l’attivazione dei Covid-Hospital; quella progressiva dei posti di terapia intensiva del Centro Regionale Emergenza Urgenza e quella di posti aggiuntivi ordinari e subintensivi. Viene preservata l’attività ordinaria negli ospedali hub & spoke e l’attività ordinaria e di emergenza negli hub. E’ prevista una riduzione dell’attività ordinaria nei Covid hospital con trasferimento delle attività d’urgenza.
La fase arancione scatta tra 251 e 400 posti letto di terapia intensiva Covid occupati e prevede anche l’utilizzo di posti letto ricavabili da sale operatorie nei Covid Hospital. In questo caso l’attività ordinaria è preservata solo negli ospedali hub, mentre scatta una parziale riduzione di attività negli ospedali spoke.
Infine la fase più critica, quella rossa, che scatta al di sopra dei 400 posti di terapia intensiva occupati da pazienti Covid. In questo caso si utilizzeranno posti letto, anche a coorte, negli hub. L’attività di emergenza sarà preservata negli ospedali hub, mentre sarà sospesa anche negli hub l’attività ordinaria.
Lo stesso meccanismo si utilizza per la valutazione della situazione in area non critica.
La fase verde si configura quando sono occupati da 0 a 300 posti letto; la fase azzurra da 301 a 900 posti occupati; la fase gialla da 901 a 1.500 letti occupati; la fase arancione da 1.501 a 2.400 posti occupati; la fase rossa oltre i 2.400 letti occupati.
L’attivazione delle singole fasi avviene a livello locale (Ulss).
I “Covid Hospital” che potrebbero essere progressivamente attivati in caso di necessità, sono gli ospedali di Belluno, Vittorio Veneto, Dolo, Jesolo, Trecenta, Schiavonia, Santorso, Villafranca e Borgo Roma a Verona.
La seguente tabella ISS prende in esame la settimana 26 novembre-02 dicembre. Il tasso di positività in Veneto è stato del 2,3% simile a quello medio italiano del 2,4%. L’incidenza settimanale ogni 100.000 abitanti è stata la terza con 317,1 dopo la Provincia Autonoma di Bolzano (645,7) e il Friuli Venezia Giulia (336,3) e molto sopra la media italiana di 155 casi ogni 100.000 abitanti. Il Veneto risulta seconda come attività di testing: 13.913 tamponi settimanali ogni 100.000 abitanti, sotto solo alla Provincia Autonoma di Bolzano con 14.179 e più del doppio rispetto alla media italiana di 6.608.
Gli ospedalizzati sono 829 di cui 123 in terapia intensiva e 706 in area non critica. L’occupazione dei posti letto è pari a 12,3% in terapia intensiva e a 11,8% in area non critica.
Il grafico successiva mostra l’andamento dei ricoveri da inizio pandemia, prendendo in esame non solo il totale, ma anche quelli in area critica, in area non critica e in area sub-intensiva. Da inizio novembre, purtroppo, si ha un progressivo aumento dei ricoverati.
La Fig. 4 mostra un confronto con lo scorso autunno. L’asse delle ordinate o asse delle y (l’asse verticale a sinistra del grafico) dovrebbe mostrare il valore assoluto dei contagi invece vi sono delle date. È evidente come il numero di contagi sia inferiore quest’anno rispetto allo scorso autunno ma mentre nel 2020 si notano fasi di crescita e diminuzione della media mobile a 7gg, nel 2021 l’aumento è continuo e progressivo evidenziando che le politiche attuate come il Green Pass e l’inizio della terza dose non siano state in grado di fermare i contagi.
Come per il confronto sui positivi anche quello sui ricoveri mostra un’importante riduzione rispetto allo scorso autunno, ma una crescita continua nel 2021 rispetto alla riduzione che si evidenzia nello stesso periodo del 2020.
L’importante e capillare campagna vaccinale intrapresa in Veneto ha portato alla somministrazione di oltre 8 milioni di dosi, a 736.482 (dato del 7 dicembre) dosi booster (terza dose), all’85,9% di vaccinati over 12 con almeno una dose e all’84,3% di quelli completi (doppia dose o monodose Johnson & Johnson). Purtroppo questi numeri elevati di vaccinati non riescono a ridurre il numero di positivi e ricoveri che stanno aumentando da 1 mese e mezzo. Speriamo con il prosieguo della terza dose che ci sia un’inversione di tendenza.