“In Veneto i Vigili del Fuoco devono pagare di tasca propria il tampone se vogliono essere monitorati per infezione da Covid. Non bastano le tante pacche sulle spalle per risolvere i problemi che i soccorritori stanno vivendo”. È questa la denuncia, espressa in un comunicato, del sindacato Usb Vigili del Fuoco del Veneto che già nei giorni scorsi aveva manifestato la propria preoccupazione per l’aumento dei contagi nella categoria.
“Martedi 3 novembre abbiamo sentito il prof. Crisanti, indubbiamente figura di riferimento in ambito scientifico e di accreditata competenza in tema Covid, per avere una sua opinione nel merito – afferma il sindacato -. Il Professore, dopo un confronto, ha ritenuto doverosa la sorveglianza sanitaria e l’effettuazione del tampone molecolare con cadenza regolare. Oltre a essere grati a Crisanti per la gestione della prima ondata emergenziale, ci rincuora che le nostre battaglie siano considerate da una persona autorevole. Che un esponente di spicco del mondo scientifico avvalori la causa dei Vigili del Fuoco del Veneto ci lusinga, ma più di tutto ci conforta della giusta causa che stiamo rappresentando”.
“Durante il confronto abbiamo spiegato che la nostra attività di soccorso si svolge per la maggior parte in condizioni che esigono il contatto ravvicinato, a volte anche diretto, con altre persone; quindi sosteniamo sia doveroso sottoporre regolarmente il personale a test di screening e monitoraggio per l’infezione da Covid-19, così come avviene per il personale sanitario e paramedico che lavora nel soccorso. Tale contenimento del rischio andrebbe a tutela dei lavoratori ma anche dei cittadini, che con essi entrano in contatto. Da mesi cerchiamo di sensibilizzare la Regione (competente in ambito sanitario) e la nostra amministrazione chiedendo che venga riconosciuto il diritto alla salute individuale e collettiva, senza ottenere risposta”.
Eppure i contagi ci sono stati e continuano ad aumentare ogni giorno. Visto che un ulteriore picco di positivi nel C.N.VV.F. potrebbe dare il colpo di grazia al dispositivo di soccorso in maniera significativa, causato anche dal ridotto organico in regione, ritenendo che solo monitorando la diffusione del COVID-19 nel personale si riesce a non contagiare le nostre famiglie, i colleghi sani e le persone che a vario titolo chiedono il nostro intervento. Per questi motivi USB Vigili del Fuoco del Veneto ha proclamato lo stato di agitazione regionale, con tentativo di conciliazione il 9 novembre – conclude la nota – ma con l’intenzione di organizzare una giornata di sciopero”.