Daniele Beschin, coordinatore regionale del Movimento Nazionale Rete dei Patrioti e consigliere comunale di Arzignano, attacca il governatore del Veneto Luca Zaia che oggi nel punto stampa da Marghera, annunciando la zona arancione da lunedì 8 marzo, ha detto “la ricreazione è finita”, rivolgendosi evidentemente a chi ha approfittato della zona gialla per creare assembramenti in questi giorni. “Zaia ha detto che la ricreazione è finita? Ecco, sarebbe il caso che un presidente di Regione avesse un minimo di rispetto per la gente e utilizzasse un altro linguaggio” dichiara Beschin in una nota.
“La nostra ricreazione è il lavoro, è il diritto al lavoro, un lavoro fatto di sacrifici, debiti, sudore e speranze. La nostra ricreazione non è una sagra, non è un privilegio, è un sacrosanto diritto che ci siamo guadagnati e nessuno, tantomeno un presidente di Regione votato con un plebiscito popolare, può permettersi di usare certi termini. Qui c’è gente a cui viene impedito di lavorare che non vede un euro da un anno, gente che non ha bisogno delle battutine idiote di un Presidente di Regione” prosegue Beschin.
“Comunque prendiamo atto, la ricreazione è finita, torniamo ad abbassare le serrande, torniamo forzatamente a non poter lavorare, mentre i nostri amati politici, Zaia in testa, prendono senza problemi il loro stipendio da un anno e non hanno pensato neanche minimamente a togliersi un centesimo in segno di solidarietà con chi non può lavorare. Complimenti davvero Presidente, continui pure così – conclude Beschin -presto i veneti disperati verranno a presentarvi il conto”. A dire il vero su alcuni giornali oggi si leggeva che il gradimento dei veneti nei confronti del governatore leghista è all’86%, cioè molto alto. Questo deriva anche, va detto, dalla capacità di Zaia di girare verso Roma le cose negative, come abbiamo spiegato in occasione della sua schiacciante vittoria alle scorse regionali. Del resto le restrizioni delle zone a colori e relativi parametri per entrarci non sono decisi dalla Regione ma dal governo. Viene però da chiedersi quale impatto avrebbe avuto nell’opinione pubblica e sui “giornaloni” se la frase “la ricreazione è finita” l’avesse detta Giuseppe Conte. Che, infatti, non è più al suo posto.