La reale fisionomia dei risparmiatori raggirati dalle banche – una montagna di gente anonima di cui si conoscono finora solo casi singoli, per lo più di disperati o di maxi-truffati – è descritta per la prima volta in una tabella pubblicata dall’Acf, l’Arbitro perle controversie finanziarie della Consob. È uno spaccato costruito su 1469 ricorsi esaminati, una inezia sul totale di 270 mila truffati (210 mila delle popolari venete e 50 mila delle quattro banche dell’Italia centrale) ma pur sempre un innegabile campione rappresentativo del totale. Estendibile, se non scientificamente proiettabile sulla massa: un sondaggista si accontenterebbe di una cifra molto minore, per tirare conclusioni.
Salta fuori che il 68,4% dei truffati chiede rimborsi per una cifra inferiore a 50.000 euro. In particolare il 13,8% lamenta perdite fino a 5.000 euro; il 18,1% da 5.001 a 10.000; il 23,1% da 10.001 a 30.000; il 13,4% da 30.001 a 50.000. Soltanto il 15,2% chiede rimborsi sopra 100.000 euro. Se ne deduce che la proposta del governo di liquidare il 30% del danno a tutti i truffati non va incontro ai piccoli risparmiatori, nonostante il tetto posto a 100.000 euro. Al contrario, li maltratta. «Chi ha diritto a un importo di 30.000 euro, modesto ma determinante per la situazione personale, riceverebbe 9.000 euro», esemplifica Franco Conte, responsabile di Codacons veneto, «mentre chi avesse perso 330.000 euro riceverebbe un ristoro di 100.000. C’è bisogno di una sterzata nel piano del governo».
Per presentarla il Codacons ha convocato ieri una conferenza stampa, rompendo quella che è sembrata finora una generale convergenza delle associazioni. Il Codacons si guarda bene da dissentire sullo stanziamento previsto nella finanziaria 2019 di un miliardo e mezzo. Ma pretende un utilizzo diverso della somma:
«Non il 30% a tutti ma un ristoro a tutti sino a 40.000 euro. In questa maniera», dice Conte, «si salda al 100% il danno ingiusto subìto da almeno il 60 % dei risparmiatori, togliendo dimezzo i casi più gravi che urlano socialmente vendetta. E si rende concreto il principio di procedere a riconoscere un ristoro totale del danno anche ai coloro che riceveranno i 40.000 euro come acconto».
Per avvalorare la virata, chiesta con una lettera alla presidenza del consiglio dei ministri, Codacons ha portato il caso emblematico di tre piccoli risparmiatori, fisicamente presenti ieri a Mestre: un professore in pensione che ha perso risparmi e Tfr, un’anziana senza soldi per pagare le medicine e il padre di un disabile totale incapace di fronteggiare le spese di assistenza, prosciugati il primo dalla Popolare di Vicenza e gli altri due da Veneto Banca. Conte era affiancato dal consulente dell’associazione Enzo De Biasi, secondo il quale la manovra del governo invece di aiutare i risparmiatori favorirà soprattutto gli studi legali. Drastico con gli avvocati anche Conte, peraltro avvocato pure lui: «Sono segnalati mandati che prevedono il 15% di compenso al legale. Ma va sottolineato che non siamo in una causa ma in un settore di normale prestazione professionale, quindi fuori dai costi e dalle fatiche processuali».
di Renzo Mazzaro dai quotidiani Finegil veneti