Entro gennaio l’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac) di Raffaele Cantone incontrerà le associazioni venete dei consumatori riunite nel coordinamento “Associazioni Unite per il Fondo” e le altre associazioni di risparmiatori per definire la griglia dei criteri in base ai quali erogare i 100 milioni di euro inseriti nella legge di Stabilità. In questo modo, a febbraio, la commissione di Conciliazione dell’Anac stessa eseguirà il lavoro di scrematura tra i richiedenti per individuare chi, tra i risparmiatori delle ex popolari venete, avrà diritto ad un risarcimento.
Da febbraio in poi, quindi, la commissione stilerà l’elenco degli azionisti che accederanno al ristoro. Si tratta di 100 milioni divisi in quattro anni, 25 milioni di euro all’anno, previsti dalla manovra Finanziaria del Governo.
Già definiti, in vece, i criteri secondo cui Banca Intesa Sanpaolo assegnerà i 100 milioni di euro inseriti nel proprio bilancio per il ristoro degli azionisti truffati, indirizzati specificatamente ai possessori di azioni di Veneto Banca e di Banca Popolare Vicenza. Potranno accedervi coloro che hanno un reddito annuo fino a 30 mila euro e le erogazioni arriveranno al massimo a 15 mila euro. Saranno elargite in base al prezzo di acquisto delle azioni fatto a suo tempo, non in base al valore “estrogenato” attribuito ad esse. Con questi 100 milioni di euro Banca Intesa ritiene di poter arrivare a erogare risarcimenti a 20-30 mila ex azionisti delle Popolari venete.
L’annuncio è stato dato ieri dalla senatrice trevigiana del Pd Laura Puppato e dal coordinatore dei circolo Pd del Montebellunese, Remo Barbisan, nel corso di una conferenza stampa nell’ufficio della senatrice di piazza Corte Maggiore a Montebelluna, presidiato dai carabinieri per il timore di contestazioni da parte dei risparmiatori. «E la prima volta che un Governo crea un fondo per i risparmiatori truffati dalle banche», ha affermato la senatrice Pd, «Certo, 100 milioni sono pochi, ma è un inizio, l’apertura di un sentiero che potrà allargarsi progressivamente, ricorrendo anche a parte dei fondi “perenti”, vale a dire i depositi” dormienti” negli istituti di credito, non più esigibili, che potrebbero ammontare complessivamente a una decina di miliardi di euro. Si potrà farlo, a mio avviso, pur con cautela e responsabilità. E una azione di welfare rivolta a chi ha perso tutto investendo la totalità del suo risparmio, non certo agli investitori che conoscevano i rischi che correvano e hanno differenziato i loro investimenti.», ha puntualizzato la senatrice, «E sarebbe bello che anche la Regione Veneto, che ha messo finora soldi solo per le cause, contribuisse, magari con poco, a questo fondo di ristoro per chi ha perso tutto».
L’annuncio dato ieri si inserisce nella cosiddetta “Operazione verità” che il Pd ha deciso di lanciare in Veneto per questa campagna elettorale, «per spiegare che il Governo ha salvato l’economia del territorio. A un Luca Zaia che nel 2014 parlava delle ispezioni di Bankitalia come di un attacco centralista di una dittatura finanziaria romana», ha proseguito Puppato, «noi contrapponiamo il decreto che ha trasformato le ex Popolari in società per azioni, che ha impedito che i truffati continuassero ad essere truffati da un meccaniscmo drogato, che ha impedito un fallimento che sarebbe stato disastroso per i correntisti, le aziende, le famiglie».
“Operazione verità” partirà lunedì, con l’affissione di manifesti, dapprima in 15 comuni trevigiani, poi nel resto della Regione, che recitano: “Immagina se…Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza, cioè: 2 milioni di correntisti, 100.000 linee di credito di aziende, 100.000 famiglie con mutuo, avessero chiuso. Se non è successo è perché un decreto del Governo ha salvaguardato credito e territorio“.
di Enzo Favero, da Il Mattino di Padova