Ieri a Treviso si è svolta la 19esima udienza del processo sul crac di Veneto Banca (per tutte le udienze e notizie sul processo Veneto Banca clicca qui) che vede come imputato unico l’ex ad e dg Vincenzo Consoli difeso dall’avvocato di Milano Ermenegildo Costabile e dall’avvocato Raffaella Di Meglio. Sono stati sentiti quattro testi della difesa, che in verità ne aveva chiamati 15, tra cui l’imprenditore Francesco Biasia, per 15 anni membro del cda dell’ex istituto di credito di Montebelluna, indagato di reato connesso. Come riporta il TgR Veneto Biasia ha detto di non aver mai parlato con Consoli dei “problemi” relativi a fidi e azioni.
Avvocato Fadalti (parti civili): “Consoli rinunci a prescrizione consentendo accertamento fatti”
Ma a tenere banco è stata soprattutto la questione della prescrizione. Oggi 26 ottobre infatti scatta la prescrizione per il reato di aggiotaggio e Consoli rimane quindi imputato per ostacolo alla vigilanza e falso in prospetto, ma quest’ultimo si prescriverà il 25 dicembre. La tensione quindi aumenta, dentro all’aula ma anche fuori, dove hanno manifestato alcuni risparmiatori truffati, amareggiati anche per i ritardi del FIR nell’erogazione degli indennizzi. Il presidente del collegio giudicante Donà ha accettato di aggiungere altre due date rispondendo alla richiesta delle parti civili di accelerare. Nel frattempo si vorrebbe che la difesa “tagliasse” qualche teste, sempre per evitare il rischio della prescrizione. La quale, secondo l’avvocato Costabile, non è un obiettivo di Consoli, mentre lo è difendersi dalle accuse che ritiene false e ingiuste. “La prescrizione non ci basta – ha affermato Costabile ai microfoni di Milva Andriolli del TgR Veneto – . Anche quando il reato è estinto per prescrizione il giudice si deve esprimere nel merito se c’è la prova dell’innocenza ed è quello su cui noi puntiamo”. L’avvocato di parte civile Luigi Fadalti chiede invece che Consoli, proprio perché è convinto di poter dimostrare la propria innocenza, rinunci, come è suo diritto, alla prescrizione. “La soluzione è semplice – afferma Fadalti in una nota – il rag. Consoli, in coerenza con le sue dichiarazioni e le affermazioni del suo difensore, rinunci alla prescrizione e consenta così il pieno accertamento dei fatti”.
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