“Mettiamo ad esempio un condominio di dieci appartamenti che aveva già deliberato lavori per 500 mila euro. I condomini erano tranquilli di poter cedere il proprio credito alla banca e, grazie a quello, avviare la riqualificazione della palazzina” – scrive nella nota che pubblichiamo Roberto Boschetto, Presidente di Confartigianato Imprese Veneto (qui altre note su ViPiu.it di questa associazione, ndr).
“Oggi -prosegue Boschetto – con le novità introdotte in gazzetta ufficiale n. 21 del 27 gennaio 2022 dal “DECRETO-LEGGE 27 gennaio 2022, n. 4 Misure urgenti in materia di sostegno alle imprese e agli operatori economici, di lavoro, salute e servizi territoriali, connesse all’emergenza da COVID-19, nonché per il contenimento degli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico”, questi cittadini si trovano di fronte ad un Istituto di Credito che nega la cessione – dato che anch’esso si era organizzato per cederlo a sua volta e ora non lo può più fare -, con il risultato che se non hanno la capacità finanziaria di pagare i lavori o bloccano tutto o si indebitano. Una sciagura. La stessa cosa capiterà alla famiglia che ha deciso di ristrutturare la propria casa puntando sulla cessione delle detrazioni alla banca per poi pagare l’impresa che ha realizzato i lavori: ora rischia di vedersi chiudere la porta in faccia dall’istituto di credito e di ritrovarsi un buco da centinaia di migliaia di euro”.
Sono gli esempi che porta Roberto Boschetto Presidente di Confartigianato Imprese Veneto per spiegare la grandissima preoccupazione di cittadini e imprese per le conseguenze che avrà il blitz del Governo che, nella notte, ha pubblicato in gazzetta ufficiale il decreto sostegni ter contenente la famigerata modifica alla cessione del credito. “Macigno per tutti i bonus edilizi –afferma-. Cittadini, imprese, istituti di credito tutti bloccati in mezzo al guado”.
E per le imprese il danno economico ed il rischio di fallimento è dietro l’angolo: hanno concesso lo sconto in fattura e si sono esposti con i propri fornitori perché attendevano di vedersi liquidato il credito dal soggetto a cui intendevano cederlo, in caso di rifiuto di quest’ultimo, ora rischiano il crack. Seppur condividendone gli intenti, di limitare le infiltrazioni mafiose ed il riciclaggio di denaro, questo decreto ha generato una sfiducia nei confronti del decisore politico. Da novembre ad oggi, si è assistito, di fatto, ad un continuo cambio delle regole e ora, chi si fiderà più di pianificare lavori che prevedano lo sconto in fattura o la cessione del credito? Per non parlare dei preventivi già siglati per lavori del 2022 ove sono previsti questi meccanismi: carta straccia nella migliore delle ipotesi.
“In questo modo – sostiene Boschetto – non si scoraggiano certo i ‘furbi’, ben capaci di aggirare le complicazioni burocratiche, ma si rallentano, invece, le operazioni di acquisto dei crediti, soprattutto da parte degli operatori finanziari, in particolare quelli prossimi a raggiungere la capacità di assorbimento dei crediti stessi. Il risultato è un inevitabile incremento degli oneri finanziari e una contrazione pericolosa del numero di operatori che possono operare acquisizioni. In una parola, si finisce per bloccare l’utilizzo dei bonus edilizia e il rilancio del settore. La ripresa in atto -afferma – è decisamente trainata dalle costruzioni che diventano tassello fondamentale per la sostenibilità del debito pubblico. In Veneto, giusto per dare una dimensione, nel sistema casa operano 49mila071 imprese artigiane con 107 mila addetti (con risultati positivi nel 2021 con un saldo positivo di + 353 imprese)”.
“Il nostro presidente nazionale Marco Granelli ha appena inviato una lettera al presidente del Consiglio Mario Draghi per denunciare gli effetti e chiedere la modifica delle disposizioni introdotte con l’art. 28 del Dl Sostegni ter –informa Boschetto-. Confartigianato Veneto per dare forza all’azione corale chiederà a breve un incontro con i parlamentari veneti per sostenere la richiesta di un intervento urgente per definire in modo chiaro e stabile il quadro di riferimento normativo degli incentivi in materia di edilizia. Chiediamo – sottolinea – di procedere subito con lo stralcio dell’articolo 28 del DL Sostegni ter o di modificarlo per rendere possibile almeno due cessioni dei crediti fiscali e, in ogni caso, cessioni plurime nei confronti di soggetti istituzionali (banche, assicurazioni e soggetti iscritto all’albo degli intermediari finanziari). Poi, bisogna concedere necessariamente un periodo, anche solo di un mese-due, a imprese e famiglie per poter chiudere le operazioni di cessione/sconto in fattura in corso con le regole previgenti”.
Superbonus in Veneto
Il Veneto (al 31 dicembre 2021dati ENEA e MiTE) è la regione che in Italia ad oggi ha più utilizzato il superbonus 110%, non in termini assoluti (prima è la Lombardia), ma in termini relativi, ovvero pesando il numero di interventi rispetto al totale delle famiglie: si tratta di 6,3 interventi ogni 1.000 famiglie, contro una media nazionale di 3,65. Complessivamente sono stati attivati 12.646 interventi con il superbonus 110%, pari 13,2% del totale nazionale per un totale di 1 miliardo 676 milioni di euro di investimenti (11% del totale nazionale). Molto interessanti appaiono gli indici di utilizzo (fonte osservatorio Smart Land), ovvero gli indicatori che dinamicamente misurano l’intensità dell’uso del provvedimento rispetto ai dati medi nazionali. Il Veneto ha un indice di utilizzo più basso di quello medio nazionale nel caso dei condomini, pari a 4,44 interventi ogni 1.000 condomini (considerando condomini tutti gli edifici con 5 e più alloggi) rispetto alla media nazionale di 5,3. Ma presenta indici superiori sia nell’uso negli edifici unifamiliari, 10,32 interventi ogni 1.000 edifici unifamiliari contro la media nazionale di 7,63 che negli interventi nelle unità immobiliari funzionalmente indipendenti, 2,41 interventi ogni 1.000 abitazioni totali contro la media nazionale di 1,01.