Ex Popolari, artigiani in allarme: l’intervento del fondo di Veneto Sviluppo con Gianni Mion come consulente non basta, ignora decine di migliaia di piccole imprese finite nella liquidazione di Popolare Vicenza e Veneto Banca. La Cisl attacca: «Mion a rischio di conflitto di interessi perché ex presidente di Popolare Vicenza». Il caso scoppia a pochi giorni dal possibile trasferimento di 18 miliardi di sofferenze e crediti a rischio alla sga.
FONDO GIA ZOPPO
«Il fondo salva-aziende incagliate che sta studiando Veneto Sviluppo si occupa solo delle aziende tra i 10 e i 100 milioni di fatturato – avverte Agostino Bonomo, presidente di Confartigianato del Veneto – è un’iniziativa importantissima ma zoppa. Mancano le decine di migliaia di imprese medio piccole che, ad oggi, non si sa ancora quali e quante siano. No a figli di un Dio minore». Imprese venete “vive”, con prestiti aperti e non revocati ma da luglio nel limbo, visto che di fatto nessuno le sta gestendo e che ancora non si sa bene come lo potrà fare la Sga. «Sono almeno 4 mesi che chiediamo al Ministero dell’Economia e ai liquidatori delle due ex popolari, che consentano di fotografare la situazione degli Utp (unlikely to pay) tra i quali, oltre alle mille aziende fotografate da Kpmg messe nel mirino delle iniziative di Veneto Sviluppo – avverte Bonomo – ci sono decine di migliaia di imprese (che hanno la sola “colpa” di avere importi di fatturato minori) che sono nella stessa situazione di ritardi/incagli risolvibili, ma che hanno, nel frattempo, anche loro bloccato ogni accesso al credito bancario. È una macelleria imprenditoriale, il silenzio degli operatori e delle istituzioni è a dir poco imbarazzante».
«Non sappiamo se prenderla come una barzelletta o come il rischio di un clamoroso conflitto di interessi. Non vogliamo neppure pensare che chi ha costantemente affermato che i problemi di una banca sull’orlo del fallimento si potessero risolvere licenziando migliaia di lavoratori ora possa essere anche marginalmente coinvolto nel progetto che vuole fare business con la gestione dei crediti deteriorati della banca di cui era presidente», attacca il segretario generale di First Cisl, Giulio Romani, commentando il coinvolgimento di Gianni Mion: «Tutto questo – aggiunge Maurizio Arena (First Cisl) mentre sono ancora aperte le ferite inferte ai risparmiatori e all’occupazione a causa della crisi delle ex banche venete, tanto che proprio ieri abbiamo incontrato il sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta, per cercare di dare certezze sul loro futuro occupazionale ai 700 lavoratori esclusi dal salvataggio attuato da Intesa Sanpaolo. La soluzione a nostro avviso è ricollocarli nella Sga o comunque nelle società che gestiranno gli npl».
NESSUNA DISCRIMINAZIONE
Baretta rassicura: «Il governo ha inteso col decreto garantire tutti i lavoratori delle due banche venete e nei prossimi gironi vedrò i liquidatori per avere un quadro completo. Per quanto riguarda i crediti a rischio e le sofferenze, a breve verranno trasferiti alla sga ma rassicuro la Confartigianato: la futura gestione non discriminerà i piccoli imprenditori né favorirà le aziende di maggiori dimensioni».
La sga – che presto aprirà due sedi a Vicenza e Montebelluna con circa 120 addetti – si occuperà di 18 miliardi di crediti lordi. Per gestirli la sga ha avviato una gara con i maggiori operatori del settore italiani (doBank, Fonspa, Finint) e stranieri. Questa mattina nel frattempo la Confartigianato veneta incontrerà i vertici di Banca Intesa Nordest per fare il punto sui problemi delle imprese finite nel super gruppo, che avrebbe deciso rincari pesanti per esempio sui tassi passivi anche al 20%. Poi c’è la partita delle posizioni ad alto rischio ancora in bonis. Gli artigiani chiedono di far intervenire anche i Confidi ma sullo sfondo c’è un mercato in fibrillazione con le banche, strette all’angolo dalle politiche Bce, che cercano di dismettere npl. E Intesa ha pronto lo scorporo di una parte delle nuove sofferenze in una nuova società.
di Maurizio Crema, da Il Gazzettino