A Cremona finalmente un Vicenza in partita. Poggi: Contini santo subito? Bravo ma finora ha fatto solo poco più dell’ordinario

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Vicenza Cremonese, una fase di gioco
Vicenza Cremonese, una fase di gioco

A Cremona, come a Pisa, sarebbe potuta avvenire la svolta nel campionato del Vicenza. E invece la squadra allenata da Cristian Brocchi dalle due trasferte ricava solo due pareggi, che a ben poco servono nella rincorsa della salvezza perché il loro effetto è vanificato da quelli con Cosenza e SPAL.

Contro la Cremonese i biancorossi hanno giocato come avrebbero dovuto fare fin da quando, nel girone di andata, si appalesava che non avrebbero potuto figurare, in questo campionato, fra i pretendenti alla promozione bensì fra i pericolanti. Inoltre, finalmente non c’è stato il solito madornale errore della difesa che, in precedenza, aveva con puntuale frequenza zavorrato l’esito della partita.

Sia a Pisa che a Cremona il Lane è riuscito a mettere in difficoltà avversari dotati di migliore tecnica e di superiore qualità, senza per altro ricorrere a chissà quali accorgimenti. È, infatti, bastata una maggiore copertura della metà campo e delle fasce per rendere le cose difficili alla squadra di casa. L’atteggiamento che si era in parte già visto contro i toscani, in Lombardia si è perfezionato sia nella durata (estesa a tutti i novanta minuti) sia nello sviluppo della fase offensiva, che si è velocizzata ed è diventata meno prevedibile. Peccato che Brocchi non sia ancora riuscito a migliorare la finalizzazione delle azioni d’attacco: le palle gol ci sono state ma non sono state sfruttate da Teodorczyk, Da Cruz, Diaw e Ranocchia.

È ora di rivalutare il lavoro dell’allenatore. Brocchi, in mezzo a mille difficoltà, sta riuscendo a dare una identità alla squadra cominciando dall’aspetto tattico. A Cremona ha confermato i quattro difensori e posizionato due mediani davanti a loro, ha inserito due specialisti sulle fasce dando loro compiti prima di tutto di presidio della zona e, quando possibile, di avvio della fase offensiva. Ha scelto una sola punta e privilegiato un giocatore come il centravanti polacco, che – almeno fino a oggi – ha dimostrato di essere più adatto di Diaw a dare una mano al centrocampo. L’unica scelta stonata è stata il trequartista Da Cruz, che limita le sue buone doti tecniche con una scarsa propensione al gioco dialogato.

Questo 4-2-3-1 improntato prevalentemente alla difesa e all’interdizione è il modulo più adatto per quello che è oggi il Vicenza e per ovviare alle carenze tecniche e agonistiche che gli sono intrinseche e che sono aggravate dalla indisponibilità di molti giocatori. Con una disponibilità così ridotta di uomini, Brocchi sta facendo i salti mortali per metterne in campo undici validi e non parliamo dei problemi che ha nel turn over e nei cambi.

Pur con questo carico negativo a monte, l’allenatore ha dato un’impronta alla squadra. Avrebbe potuto e dovuto farlo prima e il prezzo che ha pagato è stata la serie infinite di sconfitte subite nel girone di Andata. Forse allora non aveva i giocatori adatti o forse non aveva tutti dalla sua parte, ma questo non lo sapremo mai. Fra i rinforzi, invece, ha trovato due mediani, che prima non c’erano in rosa, come Bikel e Cavion e ha potuto dotare il centrocampo del filtro che mancava.

È indiscutibile, poi, che il nuovo portiere Nikita Contini stia dando un contributo fondamentale. Ha indubbie doti sia di reattività che di posizionamento e dà l’impressione di saper guidare meglio di Grandi i difensori. Non sono d’accordo sul processo di beatificazione in corso su di lui sia perché ha giocato solo poche partite per meritarsi già un posto in paradiso sia perché, vedendo quanto di buono ha comunque fatto finora, si tratta di poco più che di ordinaria amministrazione. Probabilmente a Vicenza si è da troppi campionati abituati a portieri di livello medio-basso e quindi uno che fa qualcosa di apprezzabile sembra Lev Jascin.

I quattro pareggi consecutivi ottenuti dal Vicenza purtroppo non bastano per innestare quella rincorsa che richiederebbe una media/punti a partita che dovrebbe essere doppia. Le altre squadre in zona rossa non marciano a una velocità superiore e questo lascia la porta aperta alla visione dell’accesso ai play out. Ma bisogna tener d’occhio la quintultima posizione, perché, se il distacco fra questa e la quartultima fosse superiore ai quattro punti, la squadra peggio classificata andrebbe direttamente in Lega Pro senza passare per lo spareggio. Ultimamente il gap oscilla fra i tre e i quattro punti e, quindi, il Vicenza dovrebbe cominciare ad accorciare con delle vittorie. L’occasione è alla portata nella prossima partita con il Pordenone, già battuto un girone fa sul suo campo e che sembra messo peggio dei biancorossi. Malauguratamente a Brocchi mancherà Diaw, espulso a Cremona. Non è un deficit da poco in un attacco che non ha goleador.

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Gianni Poggi
Gianni Poggi risiede e lavora come avvocato a Vicenza. È iscritto all’Ordine dei giornalisti come pubblicista. Le sue principali esperienze giornalistiche sono nel settore radiotelevisivo. È stato il primo redattore della emittente televisiva vicentina TVA Vicenza, con cui ha lavorato per news e speciali ideando e producendo programmi sportivi come le telecronache delle partite nei campionati del Lanerossi Vicenza di Paolo Rossi, i dopo partita ed il talk show «Assist». Come produttore di programmi e giornalista sportivo ha collaborato con televisioni locali (Tva Vicenza, TeleAltoVeneto), radio nazionali (Radio Capital) e locali (Radio Star, Radio Vicenza International, Rca). Ha scritto di sport e di politica per media nazionali e locali ed ha gestito l’ufficio stampa di manifestazioni ed eventi anche internazionali. È stato autore, produttore e conduttore di «Uno contro uno» talk show con i grandi vicentini della cultura, dell’industria, dello spettacolo, delle professioni e dello sport trasmesso da TVA Vicenza. Ha collaborato con la testata on line Vvox per cui curava la rubrica settimanale di sport «Zero tituli». Nel 2014 ha pubblicato «Dante e Renzo» (Cierre Editore), dvd contenente le video interviste esclusive a Dante Caneva e Renzo Ghiotto, due “piccoli maestri” del libro omonimo di Luigi Meneghello. Nel 2017 ha pubblicato per Athesis/Il Giornale di Vicenza il documentario «Vicenza una favola Real» che racconta la storia del Lanerossi Vicenza di Paolo Rossi e G.B. Fabbri, distribuito in 30.000 copie con il quotidiano. Nel 2018 ha pubblicato il libro «Da Nobile Provinciale a Nobile Decaduta» (Ronzani Editore) sul fallimento del Vicenza Calcio e «No Dal Molin – La sfida americana» (Ronzani Editore), libro e documentario sulla storia del Movimento No Dal Molin. Nel 2019 ha pubblicato per Athesis/Il Giornale di Vicenza e Videomedia il documentario «Magico Vicenza, Re di Coppe» sul Vicenza di Pieraldo Dalle Carbonare e Francesco Guidolin che ha vinto nel 1997 la Coppa Italia. Dal 9 settembre è la "firma" della rubrica BiancoRosso per il network ViPiù, di cui cura anche rubriche di cultura e storia.