Si è tenuto ieri mattina, 24 febbraio, a Valdagno l’incontro “La valorizzazione dei professionisti sanitari, via per migliorare i servizi ai cittadini“, alla presenza dell’On. Fillippo Crimì, del consigliere regionale Stefano Fracasso, del Presidente nazionale CONAPS Antonio Bortone, del Presidente dell’Ordine dei Medici di Vicenza Michele Valente, della segretaria provinciale dell’Ordine delle professioni infermieristiche Barbara Pozza, della Presidente COREPS Veneto Cristina Panizza. Moderatore dell’incontro è stato il dott. Simone Cecchetto, vice-presidente dell’Associazione Italiana dei Fisioterapisti (nella foto con Crimì).
Dopo i saluti del Sindaco di Valdagno, Giancarlo Acerbi e della Segretaria Provinciale del Partito Democratico, Chiara Luisetto, si è aperto il confronto al tavolo dei relatori. Tre le esigenze principali emerse per rinnovare i servizi sanitari:
– invertire la rotta dell’impoverimento progressivo di servizi sul territorio;
– valorizzare le professioni sanitarie per attuare nuovi modelli organizzativi che permettono di semplificare per i cittadini l’accesso alle cure, ridurre i tempi di attesa e, evitare passaggi inutili;
– abbandonare il sistema verticistico che caratterizza l’attuale sanità Veneta, legato alla sola quadratura dei conti, a favore di organizzazioni più orizzontali che mettano concretamente il benessere del cittadino al centro.
«In Italia – spiega Crimì – mentre i fondi per i contratti di formazione delle Scuole di specializzazione universitaria in medicina sono aumentati, lo stanziamento per la formazione di medici di medicina generale è lo stesso dal 1999. Le colpe della carenza di medici di base vengono scaricate sul Governo, anche se le vere responsabili sono le Regioni che non hanno mai voluto aumentare gli investimenti in questo settore. A livello nazionale il fondo sanitario è stato aumentato di diversi miliardi per arrivare fino a 114 mld di euro; da questi investimenti dovranno essere prese le risorse per formare nuovo personale medico di medicina generale. L’impegno finanziario e legislativo del prossimo periodo deve anche riguardare il recupero di quei medici italiani che sono dovuti andare all’estero, perché nel nostro Paese non hanno avuto la possibilità di fare il proprio mestiere o di specializzarsi. Un’attenzione importante deve essere prestata ai medici di medicina generale che non possono essere considerati professionisti di serie B, visto che sono lo snodo primario in grado di dirigere il paziente alle cure di secondo livello.»
«Con il termine di Professioni sanitarie – spiega Cecchetto – comprendiamo una vasta schiera di 21 tipologie di professionisti, dai logopedisti ai fisioterapisti, dai tecnici di laboratorio ai tecnici della prevenzione e tante altre, che garantiscono una grande mole di offerta specializzata erogata ai cittadini. Al centro del nostro agire c’è e deve esserci la persona che ha bisogno di salute, non solo le esigenze di contenimento della spesa o la garanzia di determinati numeri. Tanti fondi vengono poi sperperati nelle grandi cattedrali nel deserto degli ospedali in project financing, al prezzo di un impoverimento dei servizi sul territorio, le attese per certe prestazioni essenziali sono a volte lunghissime. Poca attenzione ancora la Regione ha prestato al mondo della disabilità e delle malattie cronico-degenerative, a fronte di una popolazione che aumenta la speranza di vita ma muta le proprie esigenze. Basti pensare ai fondi arrivati per la non autosufficienza e che devono ancora essere utilizzati dalla Regione. Invece si pensa a rallentare le sostituzioni del personale costringendo medici, infermieri e altri professionisti a turni massacranti. Se la Sanità Veneta mantiene ancora alcuni livelli di eccellenza nonostante la costante riduzione di risorse è per lo sforzo quotidiano di migliaia di professionisti che hanno realmente a cuore il bene dei pazienti, nonostante i vertici regionali non si preoccupino per nulla di metterli nelle migliori condizioni per poter operare.»
Questa, infine, è la nota del PD sul medesimo incontro.
Simone Cecchetto ha introdotto i lavori ricordando come sia urgente il ripensamento del welfare nel Veneto.
_Antonio Bortone, _ Presidente del Coordinamento Nazionale delle Associazioni delle Professioni Sanitarie: “Per migliorare il ?Sistema Salute’, si parte dalla riforma Lorenzin, ma non basta, occorre confrontarsi sui bisogni tra noi professionisti, al servizio dei cittadini”
Barbara Pozza per l’Ordine Provinciale delle Professioni Infermieristiche di Vicenza, è intervenuta sul fabbisogno di personale.
Cristina Panizza, rappresentante regionale di tutte le professioni sanitarie, non medico/infermieristiche, ha riportato il punto di vista di ostetriche, fisioterapisti, logopedisti, radiologi e quanti altri completano il benessere del cittadino.
Il Presidente dell’Ordine dei medici di Vicenza, dr Michele Valente: “Come si valuta un medico? Non può essere giudicato sulla base del ?risparmio’ che realizza non prescrivendo analisi, ecografie e altri accertamenti diagnostici.”
Stefano Fracasso, Capogruppo del Partito Democratico in Regione, ha riportato le contraddizioni delle politiche sanitarie della maggioranza Lega/FI che governa il Veneto.
Col suo intervento, l’on. Filippo Crimì, ha evidenziato il rischio di perdita di professionalità, dovuto al mancato ricambio di medici e infermieri che progressivamente vanno in pensione.