La crisi climatica con i fenomeni estremi di siccità e alluvioni è ormai una realtà, e quanto accaduto nell’ultima settimana di febbraio in Veneto ha fatto capire ancora una volta che la nostra regione sotto molti aspetti è vulnerabile dal punto di vista idrogeologico. I bacini di laminazione hanno salvato le città, ma da soli non bastano. Passata l’emergenza, numerosi sono stati i commenti e le richieste di intervento in tal senso. Sul tema ha parlato anche il consigliere regionale Veneto Joe Formaggio, del gruppo Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni. “Va rimesso in discussione – ha sostenuto Formaggio – il paradigma tradizionale della gestione del territorio, alla luce di una condizione climatica imprevedibile, con il maltempo che genera disastri: non è più un’ipotesi, ma è già una realtà”.
Formaggio punta l’attenzione in particolare sull’agricoltura, che sta pagando il prezzo più alto della crisi climatica, delle temperature troppo alte, delle piogge scarse o troppo copiose: “I nostri agricoltori – sottolinea – ai disagi di un inverno impazzito, sommano i danni delle piogge equatoriali dei giorni scorsi. Le colture hanno subito una serie di criticità che hanno evidenziato la non rinviabilità di soluzioni efficaci. È il momento di attuare misure specifiche per liberare investimenti e risorse che prevengano le conseguenze delle prossime ondate di maltempo. Le soluzioni ci sono e le nostre colture vanno protette, liberando dai detriti fossi e letti dei fiumi, ad esempio. La realizzazione, pur positiva, di nuovi bacini di laminazione non risolve tutti i problemi. Il mio impegno – conclude Formaggio – sarà quello di sollecitare misure straordinarie per una manutenzione che metta al sicuro i nostri campi contro fenomeni e imprevisti a cui, purtroppo, il Veneto si dovrà abituare”.