L’aumento dei costi energetici (bollette luce e gas, benzina), al di là del loro specifico sono volano di tutti i rincari: il loro consumo ricade su prodotti e servizi, pubblici e privati. Fornitori e gestori vari hanno incremento nei costi base e aumentano i prezzi. I consumatori sono maggiormente colpiti si legge nel comunicato su Crisi dell’energia a firma di François-Marie Arouet di Aduc (qui altre note dell’Associazione per i diritti degli utenti e consumatori su ViPiu.it, ndr) –.
Constatazione. Per far fronte alla crisi dell’energia il legislatore/governo interviene solo sui prezzi energetici, non sulle conseguenze degli stessi su altri prodotti e servizi che, pur se potrebbero ridimensionarsi dal contenimento degli energetici, ci vorrà comunque tempo… ché un prezzo aumentato è difficile cali con stesse tempistiche e valori di altri.
Allarme generale, Ci sono politiche di defiscalizzazione di tutto? Non ci sembra. Ci sono quelle per contenere la spesa energetica “solo” entro il +50%. I privati, per esempio, alcuni dei quali subiscono marginalmente o ci guadagnano da questa crisi, sono in condizione di condividere la stessa crisi pur tutelando impresa e guadagni? Cosa fa lo Stato per contenere speculazioni lecite (che quelle illecite si presume ci sia impegno ad impedire…)?
I prezzi di ieri e di oggi
Ricostruiamo come nel mercato si manifestano e vengono gestiti gli aumenti, con l’aggiunta di speculazione e arrotondamento.
Ieri
Pre-crisi dell’energia, il consumatore acquista dal dettagliante a 20.
Il dettagliante aveva pagato 15 al grossista e, con l’aggiunta di guadagno (30%=4,5) e arrotondamento (0,5), vendeva a 20 al consumatore.
Il grossista aveva pagato 12 al produttore e, con l’aggiunta di guadagno (20%=2,4) e arrotondamento (0,6), vendeva a 15 al dettagliante.
Il produttore aveva un costo di 10 e, con l’aggiunta di guadagno (15%=1,5) e arrotondamento (0,5), vendeva a 12 al grossista.
La crisi energetica colpisce produttore, grossista e dettagliante, che hanno aumentato i prezzi facendo gravare il tutto sul consumatore finale. Semplificando, consideriamo che l’energia sia aumentata del 50% e che la stessa incida del 30% sul costo finale di ognuno (produzione, gestione, amministrazione, trasporto, pubblicità, etc). E presupponiamo che ai propri costi base, produttore grossista e dettagliante abbiano applicato le stesse percentuali pre-crisi di guadagno e che sempre arrotondino.
Oggi
Il produttore ha un costo di 10+30% energia=13. Con l’aggiunta di guadagno (15%=1,95) (14,95) e arrotondamento (0,5), vende a 15 al grossista.
Il grossista paga 15 al produttore e con l’aggiunta del 30% energia (15+30%), ha un costo di 19,5. Con l’aggiunta di guadagno (20%=3,9) (23,4) e arrotondamento (0,6), vende a 24 al dettagliante.
Il dettagliante paga 24 al grossista e con l’aggiunta del 30% energia (24+30%), ha un costo di 31,2. Con l’aggiunta di guadagno (30%=9,36) (40,56) e arrotondamento (0,44) vende a 41 al consumatore.
Chi guadagna dalla crisi
Il produttore, che prima aveva un costo di 10 e vendeva a 12 al grossista, guadagnava 2; oggi, che ha un costo di 13 e vende a 15 al grossista, guadagna sempre 2.
Il grossista, che prima aveva un costo di 12 e vendeva a 15 al dettagliante, guadagnava 3; oggi, che ha un costo di 19,5 e vende a 24 al dettagliante, guadagna 4,5.
Il dettagliante, che prima aveva un costo di 15 e vendeva a 20 al consumatore, guadagnava 5; oggi, che ha un costo di 24 e vende a 41, guadagna 7.
(Nota di analisi: 1)
Chi paga la crisi
Il consumatore, che pre-crisi acquistava a 20, oggi in piena crisi acquista a 41.
Il consumatore – come produttore, grossista e dettagliante – ha anche lui un aumento dei costi energia del 50% che, a loro volta, incidono del 30% sul proprio bilancio famigliare. Il consumatore, se non è un lavoratore autonomo che si difende dagli aumenti con le maggiorazioni che abbiamo visto applicate ai propri prodotti e servizi, ha uno stipendio che non è lievitato: le aziende, al rincaro degli energetici, hanno rimediato con l’aumento, ma non hanno aumentato gli stipendi (e dubitiamo che quando questi aumenti ci sono, possano compensare gli aumenti energetici dello stipendiato/consumatore).
Questa analisi/fotografia della crisi dell’energia può essere uno strumento di lettura da usare per ulteriori sviluppi politico-economici da parte di chi ha potere legislativo ed esecutivo. Noi rileviamo che, come accade nelle economie di mercato libero e non solo, il prezzo più alto è pagato dal consumatore e ne traiamo le conseguenze: è il consumatore il soggetto principale su cui modellare le politiche.
Oggi, però, non è così. I consumatori, 100% della popolazione, non hanno lobby (sindacati, corporazioni, etc) come altre categorie specifiche della popolazione. E’ bene che sia così, perché sarebbero lobby che, rappresentando il 100% della popolazione, farebbero paura, una sorta di Stato nello Stato. I consumatori hanno se stessi ed alcune associazioni che li informano e li aiutano a tutelarsi. Rimane un dubbio: Stato e produttori sanno che senza fiducia dei consumatori, loro sono nulla? Sanno che se non condividono coi consumatori il bene (guadagni) e il male (crisi), quest’ultimo prevale e si ritorce anche contro se stessi? Ad oggi sembra di no!
1 – I guadagni maggiori degli intermediari dettaglianti e grossisti e quelli stabili dei produttori, vanno ulteriormente valutati rispetto ad un mercato con vendite al dettaglio in crescita a dicembre 2021, anche se il mese di dicembre è anomalo viste le tredicesime e le spese delle feste di Natale e fine anno: https://www.aduc.it/comunicato/consumatori+dicembre+hanno+acquistato+piu+facile_33957.php
François-Marie Arouet – Aduc