Crisi demografica italiana: per ogni bambino sotto i 5 anni ci sono quasi sei anziani sopra i 65. Gli effetti su previdenza e sociale

1299
crisi demografica

In Italia, la popolazione si sta facendo sempre più vecchia, con una natalità che continua a calare e pone le basi per una crisi demografica. Secondo l’ultimo rapporto dell’Istat, nel 2023 sono nate solo 379.890 persone, segnando un calo del 3,4% rispetto all’anno precedente. Questa tendenza al ribasso è iniziata nel 2008, quando le nascite hanno raggiunto il picco più alto del nuovo millennio. Da allora, le nascite hanno subito una crisi drastica di quasi 200.000 unità, pari al 34,1%. Le proiezioni per il 2024 prevedono addirittura meno di 370.000 nascite.

Pressione sul sistema previdenziale

Un’altra statistica preoccupante riguarda l’equilibrio generazionale: per ogni bambino di età inferiore ai 5 anni, ci sono quasi sei anziani sopra i 65 anni, un rapporto che evidenzia un’inversione della piramide demografica tradizionale. Infatti, l’Italia non ha più purtroppo una base ampia di giovani e una cima stretta di anziani. L’età media degli italiani è ora di 46,6 anni, con la Campania che rimane la regione più “giovane” e la Liguria quella più “anziana”.

Parallelamente, il sistema previdenziale è sotto pressione. Nonostante la spesa previdenziale sia rimasta stabile in termini reali negli ultimi dieci anni, il rapporto tra contributi e trasferimenti dallo Stato ha visto un significativo cambiamento. Nel 2023, i trasferimenti dello Stato destinati all’assistenza sociale hanno raggiunto i 164,7 miliardi di euro, segnando un aumento del 65,8% rispetto al 2013. Questo aumento riflette la crescente dipendenza dal sostegno statale per mantenere il sistema previdenziale a galla, in un contesto di decrescente popolazione attiva e invecchiamento accelerato della popolazione.

Impatti economici e sociali della crisi demografica

Il Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Inps ha evidenziato come il sistema previdenziale sia comunque sostenibile economicamente, ma ha anche sottolineato la necessità di creare lavoro di qualità e garantire redditi dignitosi per i giovani. Questo è fondamentale per garantire la sostenibilità sociale del sistema, in un’epoca in cui il rapporto di dipendenza tra giovani e anziani continua a crescere, come evidenziato dai dati del 2022 che mostrano un rapporto del 36% tra anziani e adulti nella UE, con l’Italia e il Portogallo che registrano i livelli più alti. È fondamentale inoltre valutare la possibilità di iscriversi ad una forma di previdenza complementare come i fondi pensione di cui abbiamo parlato in un articolo precedente.

Mentre il tempo scorre come la sabbia in una clessidra, la società italiana si trova a navigare in acque sempre più agitate, dove il bilanciamento tra le generazioni diventa tanto cruciale quanto difficile. È essenziale non solo considerare l’impatto economico di queste dinamiche, ma anche riconoscere, valorizzare e rafforzare il patto intergenerazionale, affinché l’Italia possa trovare un nuovo equilibrio e prosperare in un futuro demograficamente sfidante.