La post pandemia e la guerra in Ucraina hanno generato gravi problemi di carattere economico per effetto dell’aumento dei prezzi dell’energia, della debolezza del reddito disponibile delle famiglie e dell’intonazione più restrittiva delle politiche monetarie nei paesi avanzati.
Nonostante gli interventi dei governi per calmierare i costi, si è comunque registrato un impatto negativo sul potere d’acquisto delle famiglie, anche per l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari.
Date le criticità del momento, è essenziale contenere il debito pubblico e stimolare gli investimenti privati.
In tal senso, il PNRR dovrebbe consentire di realizzare investimenti per le infrastrutture, materiali e immateriali, migliorare il sistema di istruzione e formazione, aumentare l’impiego di risorse in ricerca e sviluppo e quelli nelle nuove tecnologie. Sebbene il sistema produttivo italiano, anche rispetto agli altri paesi dell’area UE, abbia reagito con forza allo stato di crisi conseguendo livelli di indebitamento bassi rispetto al contesto internazionale, appare necessario puntare sull’aumento della produttività per conseguire una crescita sostenuta.
Nel documento della Corti dei Conti Europea “Il sostegno del FESR a favore della competitività delle PMI” dello scorso anno, emerge come l’aumento della produttività dipenda dall’aumento delle quote di mercato, comprensiva delle importazioni, ma anche dalla capacità delle imprese di attuare progetti di ricerca, sviluppo e innovazione (RS&I).
Al riguardo, rimane estremamente elevato il numero di microimprese, circa il 98%, la cui crescita è spesso impedita dall’assenza di un’organizzazione adeguatamente strutturata, causata anche dal ridotto numero di lavoratori qualificati che impediscono investimenti in istruzione, formazione e ricerca e sviluppo. In Italia, infatti, nonostante i progressi compiuti, stimolati anche dalle politiche economiche, la spesa in ricerca e sviluppo del settore delle PMI rimane di gran lunga inferiore a quella di Francia e Germania, così come a quella media dei paesi avanzati.
L’aspetto dimensionale rappresenta, anche in ambito europeo, una criticità che rischia di ridurre la crescita anche con riferimento alle risorse del PNRR. La questione va affrontata anche sui tavoli europei, per incoraggiare, anche con agevolazioni fiscali e premialità, la nascita di reti di imprese, come pure per parte già si sta facendo.
Il d.m. 18 aprile 2005 che recepisce la direttiva dell’Unione Europa n. 2003/361/CE introducendo la definizione di “microimpresa” deve evolversi verso una direzione che preveda l’aumento dei contratti di rete di imprese che, oltre alla razionalizzazione dei costi e delle procedure organizzative interne, favorisce l’aumento dell’efficienza operativa, l’innovazione di prodotto, di processo e di mercato e una maggiore visibilità sui mercati internazionali.
Per farlo, occorrono agevolazioni fiscali e un accesso agevolato al credito al fine di realizzare, grazie al PNRR, progetti complessi fra le imprese.
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Fonte: Crisi economica e PMI