Extraprofitti. Sarà la campagna elettorale, saranno gli scarsi approfondimenti che talvolta vengono fatti sulle questioni curando più lo slogan mediatico che l’informazione…. ma oggi va abbastanza di moda una parola, “extraprofitto”: una sorta di aspirina per tutti i nostri mali.
L’origine è una legge che stabilisce che alcuni profitti debbano essere fiscalizzati più di quanto già non lo siano da parte di imprese energetiche che, siccome i prezzi dei loro prodotti all’ingrosso sono schizzati verso l’alto, loro hanno guadagnato di più (1) e parte di questo guadagno debba essere dato allo Stato (2).
Un primo acconto doveva essere versato entro il 30 giugno, ma sugli 11 miliardi preventivati è entrato poco più di un miliardo. Alcuni, convinti di essere di fronte ad evasione fiscale, hanno fatto esposti giudiziari.
Ieri 31 agosto, per chi non aveva pagato in tempo, è scaduto il termine per ravvedersi, dopo partiranno le sanzioni che, nel frattempo (3), sono state anche raddoppiate.
Alcuni partiti e leader hanno colto l’occasione (figurati, poi, in campagna elettorale) di avvalorare le proprie idee su un controllo pressocché totale dello Stato sull’economia, stabilendo che quest’ultimo debba valutare quanto debba essere il guadagno di un’impresa. “Entusiasmo” che ha portato alcuni più appassionati anche a chiedere tassazione per gli extraprofitti di banche e cause farmaceutiche (4).
Domande. Pur ammesso che abbia valore l’ipotesi di evasione fiscale (5) stiamo parlando di importi che, ammesso dovessero essere recuperati, accadrà come minimo tra una decina d’anni (6)… un po’ fuori tempo massimo rispetto alle esigenze. Inoltre, siccome anche queste aziende con i cosiddetti extraprofitti stanno cominciando a lamentare problemi per il generale carovita (inflazione quasi al 9%) e sembra che alcune siano sul lastrico… non è che queste pillole di “economia socialista” (7) contro “economia liberale” minino alla base il nostro regime economico? E’ bene ricordare che le aziende, oltre ai profitti (legittimi e auspicati) per se stesse, elargiscono servizi, creano concorrenza e mercato nonché posti di lavoro… una dinamica senza la quale, per esempio, l’Italia sarebbe più simile a Cuba o alla Russia che non agli altri partner Ue e ai nostri alleati per eccellenza Uk, Usa, Australia, Giappone, etc.
Ci viene in mente un detto popolare: tirando la coperta per coprirsi il viso, essendo la coperta corta, non ci si rende conto che i piedi rimangono al freddo e, se i piedi si ammalano, non si è più in grado di camminare da soli.
1 – grazie a inflazione e rincaro del prezzo del gas: le imprese si sono giovate di un afflusso imprevisto dei ricavi e degli utili in proporzione agli stock di prodotti acquistati, prima del boom dei prezzi, a valori inferiori.
2 – che dovrebbe usare questi fondi per rendere meno drammatici a tutti i problemi legati alla lievitazione dei prezzi energetici.
3 – decreto aiuti-bis del 9 agosto
4 – gli italiani risparmiano di più e le banche hanno più depositi che in passato e, secondo queste teorie, i depositi equivalgono a guadagno che, essendo extra, andrebbe tassato. Per le aziende farmaceutiche, invece, si tratterebbe di guadagni grazie ai miliardi di vaccini venduti e che vendono.
5 – che andrebbe perseguita in assoluto e non solo per lo specifico. E, quindi, si entra in una problematica di ben altra caratura, rispetto alla quale la necessità del governo di maggiori introiti per trasformarli in aiuti, è marginale: la complessità della lotta all’evasione impone ben altri e più radicali provvedimenti che non gli esposti giudiziali…
6 – non ci risulta che giustizia, e processi tributari nello specifico, abbiano ricevuto di recente una qualche accelerazione.
7 – chiamiamo così i provvedimenti sugli extraprofitti
l’associazione non percepisce ed è contraria ai finanziamenti pubblici (anche il 5 per mille)
La sua forza economica sono iscrizioni e contributi donati da chi la ritiene utile
DONA ORA
——
Fonte: Crisi energetica. Questa storia degli extraprofitti… una condanna a morte?