In un’economia di mercato come la nostra (grossomodo), l’anello che rimane sempre penalizzato è il consumatore finale. E’ quanto sta cominciando ad accadere per la crisi energetica, quella che vede le bollette di luce e gas schizzate verso l’alto e che nei prossimi mesi non potrà non essere drammatica (1).
Cosa accade? Il produttore di beni o servizi ne è ovviamente colpito anche lui. Le sue materie prime, nonché il suo lavoro di trasformazione e/o commercializzazione, sono condizionati da questi aumenti energetici. Cosa fa il produttore? Aumenta i prezzi che, tramite i grossisti o anche direttamente, arrivano aumentati al consumatore. Aumenti che, nel corso dei passaggi, prima di arrivare al consumatore finale subiscono aggiustamenti verso l’alto, ben oltre i rincari “base”: se un prodotto o un servizio aumenta di +85, il classico arrotondamento sarà di +100. Arrotondamento che verrà applicato in crescendo da ognuno degli attori della filiera verso l’attore successivo, via via fino al consumatore finale. Che non può scaricare questi aumenti su nessun altro e, per cercare di farsi meno male, può solo contrarre i propri consumi o rinunciarvi.
La crisi energetica, quindi, implica non solo gli aumenti in sé per tutti i consumatori, ma una reazione speculativa del mercato, con vittima unica il consumatore finale.
Questi semplici concetti dovrebbero aiutare il legislatore a capire chi sono le reali vittime di questa crisi e come indirizzare le proprie decisioni. Con la consapevolezza che i rimedi tampone come quelli in atto e in preparazione da parte del governo, danno un leggero sollievo ai consumatori finali (e attenuano gli aumenti da parte dei consumatori industriali), ma non impediscono le speculazioni di mercato.
Con linguaggio popolare si potrebbe dire che “l’occasione fa l’uomo ladro”.
Per questo riteniamo che compito del legislatore dovrebbe essere di impedire la formazione di questa occasione: con politiche energetiche che non siano come oggi di dipendenza dalle geopolitiche di altri (1), e con bollette energetiche che non siano tra le principali raccoglitrici di proventi fiscali per le svariante esigenze dello Stato (2).
1 – https://www.aduc.it/articolo/caro+bolletta+sembra+irreversibile+meno+che_33620.php
2 – come esempio -quantitativamente marginale ma politicamente significativo – si pensi alla riscossione dell’imposta sul canone Rai tramite bolletta elettrica.
Vincenzo Donvito, Aduc