La Commissione Ue ha elaborato una bozza di piano per includere l’energia nucleare ed il gas naturale come fonti green, con l’obiettivo di accelerare il percorso verso un’Europa a emissioni zero – afferma nel comunicato che pubblichiamo l’associazione Aduc (qui altre note Associazione per i diritti degli utenti e consumatori su ViPiu.it, ndr) –. Se il piano riceverà l’appoggio della maggioranza degli Stati membri, entrerà in vigore dal 2023 (1).
La nota della Commissione ha sollevato alcuni entusiasmi (2) soprattutto per l’energia nucleare, per la quale da tempo si parla di nucleare pulito… ma su cui le informazioni sono vaghe. Ammesso che si arrivi ad un nucleare cosiddetto pulito, i rifiuti radioattivi dovranno essere smaltiti in sicurezza e ci vorrà un deposito unico per le scorie, che in Italia non esiste. Non solo, ma quando a suo tempo è stato pubblicato l’elenco di alcuni potenziali siti idonei, tutte le amministrazioni locali (di qualunque colore politico) degli specifici territori individuati, si sono rivoltate contro. Figuriamoci cosa accadrà quando avverrà l’individuazione dell’area.
Questo vuol dire che gli entusiasmi in corso hanno bisogno di certezze scientifiche e politiche che ancora non ci sono. Senza le quali ci si parla solo addosso, facendo propaganda deleteria paventando soluzioni che non ci sono ancora.
Al momento, l’unica certezza che abbiamo è la crisi dell’energia con prezzi alle stelle per bollette e ricaduta su consumi famigliari e ogni produzione e servizio. Rispetto alla quale il grande impegno del governo che probabilmente andrà oltre i 10 miliardi di sussidi serve solo come tampone molto provvisorio. E invece di entusiasmarsi per un futuro che non è dietro l’angolo (3) sarebbe opportuno organizzarsi per un’emergenza nazionale da trattare al pari di quella del covid
NOTE
1 – In una nota la Commissione ricorda che “alcune parti d’Europa sono ancora fortemente basate sul carbone ad alta emissione di carbonio”. Mentre al contrario si “ritiene che il gas naturale e il nucleare abbiano un ruolo come mezzi per facilitare la transizione verso un futuro prevalentemente basato sulle energie rinnovabili”. In quest’ottica, “cio’ significherebbe classificare queste fonti energetiche nella tassonomia Ue, a condizioni chiare e rigorose (ad esempio, il gas deve provenire da fonti rinnovabili o avere basse emissioni entro il 2035), in particolare perche’ contribuiscono alla transizione verso la neutralita’ climatica”. Tale bozza sara’ aperta al contributo degli esperti degli Stati membri fino al 12 gennaio. Poi la Commissione “adottera’ formalmente l’atto” e lo sottoporra’ all’esame del Parlamento europeo e del Consiglio. (Ansa)
2 – soprattutto da parte del leader della Lega Matteo Salvini, che ha paventato di indire un referendum che superi i due che precedentemente avevano bloccato la scelta nucleare dell’Italia
3 – sia per l’incertezza sul presunto nucleare pulito che per le fonti alternative