Di crisi idrica si parla tanto, ma davvero poco si fa per affrontare e risolvere un problema che ha a che fare con la nostra sicurezza alimentare, con la salute, con la crescita economica e sociale del Paese.
Il climate change sta generando variazioni molto intense: periodi prolungati di siccità ai quali si alternano fenomeni temporaleschi spesso devastanti per il territorio colpito, con danni alle colture e alle infrastrutture esistenti.
In Italia piove da anni molto meno, e soprattutto piove ‘diversamente’. Le precipitazioni piovose, come quelle nevose, assenti per mesi, scaricano in periodi brevissimi quantità di pioggia e neve che generalmente arrivano al suolo in periodi di tempo molto più lunghi.
Il problema è sotto gli occhi di tutti.
Eppure nell’Agenda 2030 l’acqua è un elemento di connessione che tra i diversi obbiettivi di sviluppo sostenibile viene decisamente sottovalutato. Mai citata negli accordi di Parigi.
Anche a livello nazionale, da anni restiamo a guardare un fenomeno i cui effetti devastanti stanno correndo a velocità impressionante.
Meritocrazia Italia ritiene assolutamente indispensabili azioni immediate, anche finalizzate a prevenire le alluvioni che tanti danni hanno arrecato al nostro territorio negli ultimi decenni.
Tante le proposte già condivise con i precedenti comunicati, ma resta indispensabile anzitutto
– riforestare le colline italiane per rallentare la caduta della pioggia al suolo e limitare il dilavamento del terreno, cosa che avviene specie nei territori del Sud, letteralmente devastati dagli incendi boschivi estivi. Un terreno non protetto da alberi in caso di pioggia intensa tende a franare e provocare i disastri che recentemente hanno colpito anche le Marche;
– investire nella creazione di bacini artificiali per la captazione delle acque piovane, come è stato fatto negli anni ’80 del millennio scorso in Sicilia, con enormi benefici;
– investire nel rifacimento complessivo delle reti idriche, di tutte le reti idriche, per diminuire le dispersioni;
– avviare azioni di informazione alla cittadinanza per sensibilizzare tutti all’uso responsabile dell’acqua;
– ridefinire l’impianto normativo per consentire l’utilizzazione delle acque dei depuratori per scopi agricoli e/o industriali, in luogo dell’uso delle acque di falda e dei corsi d’acqua. Questo permetterebbe di risparmiare la preziosa acqua delle falde e dei fiumi e, a un tempo, darebbe maggiore autonomia ai settori agricolo e industriale, che hanno bisogno sempre di grandi quantità di acqua. L’acqua può essere utilizzata all’infinito, non si consuma come il petrolio. Si usa e si restituisce tutta all’ambiente.
Facendo tesoro, poi, dell’esperienza vissuta nel corso del passato lockdown, quando lo stop all’attività produttiva portò incredibili benefici alla salubrità dell’aria e dell’acqua, si punti al contenimento delle emissioni nocive, con premialità a favore delle imprese virtuose, che mostrano maggiore responsabilità etica, e con supporto economico a quelle che intendano convertire la propria attività o ridurre la produzione inquinante.
Abbiamo le tecnologie e il know how per fare un uso corretto della preziosa risorsa ‘acqua’ e mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici.
Mettiamoli a frutto.
Stop war.
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Fonte: Meritocrazia Italia