Il partito “Insieme”,esprime in un comunicato la più profonda solidarietà ai 600 lavoratori della Speedline di Santa Maria di Sala (Ve) che rischiano il licenziamento nel 2022 per la decisione della società di delocalizzare la produzione veneta in Polonia. “Quello della Speedline, tra le più importanti imprese metalmeccaniche della Provincia di Venezia – afferma in un comunicato il Responsabile Regionale del “Partito Insieme” Avv. Sossio Vitale – è l’ennesimo caso che dimostra la mancanza di una politica industriale, anche nel Nord Est italiano, in grado di supportare e aiutare le aziende nel loro sviluppo competitivo al fine di sostenerle nei confronti, sempre più ardui, con i competitors europei ed internazionali”.
“Le problematiche relative al mercato del lavoro, al costo della mano d’opera, a quello dell’energia ed alle materie prime strategiche, necessitano certamente di interventi strutturali e di una politica in grado di esprimere normative che favoriscono l’iniziativa economica e disciplinino con migliori risultati il libero mercato. Si ritiene tuttavia che il solo intervento normativo statale non sia sufficiente, atteso che è necessario che le aziende stesse pongano in essere una serie di interventi che tengano conto dell’efficientamento organizzativo, di quello tecnologico, di quello impiantistico associato con lo sviluppo innovativo del management, il tutto con investimenti e progetti finalizzati a creare quella competitività necessaria al consolidamento e sviluppo dell’impresa”.
“E’ necessario, quindi, che il management, che guida l’impresa, sia grado di gestire e proporre progetti e soluzioni all’avanguardia ed al passo con le evoluzioni del mercato mondiale e con le problematiche ad esso connesse ma soprattutto che le imprese si strutturino ed adottino, anche in collaborazione con il mondo professionale e scientifico, modelli organizzativi avanzati al fine di rendere sempre più competitive a livello internazionale le aziende italiane dotate di “Know How”, “Capacità” e “Competenze” come la veneta Speedline. Occorre, dunque, che ciascuno faccia la sua parte, ovvero che i diversi soggetti, pubblici e privati, che a vario titolo interagiscono nell’economia del nostro paese si adoperino per trovare soluzioni ed iniziative che, come nel caso in esame, aiutino a riprendere in mano una situazione industriale andata in declino, perché solo così si può riportare il sistema industriale italiano ad essere concorrenziale a livello globale.
La pandemia iniziata nel 2020 ha evidenziato che l’Italia non può essere soltanto il centro culturale, artistico e manifatturiero d’Europa ma necessita anche di un’industria importante e sostenuta da politiche attive che vadano ad incidere anche nei modelli organizzativi ed imprenditoriali in grado di assicurare quella competitività basilare per restare nei mercati oramai sempre più duramente concorrenziali”.