Il video dell’antefatto dei Crocefissi dei naufraghi o Gesù dei naufraghi è stato da me girato a Lampedusa quando ho accompagnato Paolo Mele, avvocato di Vicenza, scrittore, artista eclettico e a capo della delegazione dell’Anmi (Associazione nazionale marinai), di cui è coordinatore interregionale di protezione civile, alla ricerca dei legni delle carrette del mare che portano i migranti fino alle spiagge di quell’estrema propaggine dell’Italia, a cui guardano con speranza i disperati dell’Africa. L’ho girato in bianco e nero per dare risalto alla drammaticità dell’evento. Con i legni che sono stati scelti Paolo Mele ne ha fatto le basi per realizzare quattro Crocefissi, i crocefissi dei Naufraghi o Gesù dei naufraghi, come sono stati chiamati. Dobbiamo ringraziare l’ADM (Agenzia Dogane e Monopoli), la Capitaneria di Porto e il sindaco di Lampedusa che ci hanno permesso di portare a termine l’opera.
Gesù dei naufraghi – si legge su MigrantesOnLine.it a firma OR –, proprio così sono chiamati i quattro crocefissi — uno è stato donato il 14 dicembre al Papa durante l’udienza generale in Aula Paolo VI — realizzati su frammenti di legno dei relitti di barconi approdati sull’isola di Lampedusa: le tristemente note “carrette del mare” con il loro “carico” di persone, tra disperazione e speranza, morte e ricerca di vita.
La simbolica iniziativa l’ha promossa l’Associazione nazionale marinai italiani (Anmi). A realizzare le opere, in ottone anticato sul legno dei barconi, è stato Paolo Mele, socio responsabile della Protezione civile marinai. Il Papa ha benedetto le altre tre croci destinate alla parrocchia di Lampedusa, al palazzo dello Stato Maggiore della Marina Militare e alla sede dell’Anmi a Vicenza.
«Gesù è raffigurato con un braccio staccato dalla croce e teso verso il basso, proprio nel gesto di soccorrere chi sta annegando in mare ma anche per salvare chi è in difficoltà, in questo mondo che sta naufragando» racconta l’autore. Per questo motivo, aggiunge, «li ho definiti “legni dolorosi”: potrebbero essere i legni di tutte le croci del mondo».
L’ammiraglio Pierluigi Rosati, presidente dell’Associazione, spiega: «Abbiamo testimoniato al Papa la forza di volontà e l’abnegazione delle donne e degli uomini che, senza personalismi, svolgono la loro attività ogni giorno in mare». È una realtà antica quella dell’Anmi, fa presente, «nata a Torino nel 1895 ma proiettata sul futuro, sui giovani, con un’attività tornata finalmente alla normalità dopo la pandemia».