Cryptovalute. Anche la Cassazione mette sul ‘chi va là’

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La compravendita di cryptovalute (bitcoin, etc), secondo la Corte di Cassazione (1) può integrare estremi di riciclaggio o autoriciclaggio, se si ostacola la provenienza delittuosa del denaro (2).
Una sentenza “non fa primavera”, ma tante sentenze, tante denunce, tanti truffati, tante opinioni… insomma una marea di fatti e provvedimenti, dovrebbero indurre a pensare che o si tratta di qualcosa terribilmente rivoluzionario che mina alle basi le certezze di un regime monetario opprimente che cerca di difendere e offendere in ogni modo una reale alternativa di libertà…. o c’è qualcosa che non va nelle cryptovalute.
In attesa di un qualche riscontro civico e civile della possibilità rivoluzionaria, propendiamo verso il dubbio su “qualcosa che non va”. Anche perché, di recente, la Russia di Putin ha deciso di levare il divieto all’uso delle cryptovalute, anche se per il momento solo per i loro usi istituzionali: visto il clima tutt’altro che disteso del cosiddetto mondo occidentale dove le crypto ufficialmente imperversano e dovrebbero trovare maggiore uso e terreno, l’arrivo del Paese di Putin non tranquillizza (violenza, inaffidabilità, disprezzo per l’individuo, economia controllata e/o in mano a fattispecie di delinquenti mondiali di ogni tipo di sfruttamento).

Nel Pianeta in cui non c’è più Paese che non stia decidendo sull’uso delle cryptovalute o alla creazione di specifiche ad hoc (Cina, Federal reserve Usa, Bce Ue, etc), ci domandiamo perché questa ipoteticamente interessante transizione alla virtualità del denaro debba necessariamente passare per truffe, delinquenti, drammi umani, fake news, etc.

Natura di ogni azione e pensiero dell’essere umano al pari, per esempio, del bene della Rivoluzione francese che, per essere tale, ha dovuto superare periodi come quello del Terrore o quello di Napoleone?
Ammesso e non concesso che con le cryptovalute ci si trovi in uno stravolgimento del pensiero e dell’ordine mondale al pari della Rivoluzione francese, non si capisce perché non dovremmo fare tesoro degli errori/orrori commessi e ricavarne solo il bene positivo per essere umano e Pianeta. Una rivoluzione – questa sì per il nostro inizio Millennio – nonostante i segnali negativi che ci arrivano dall’invasione putiniana dell’Ucraina… segnali che molto del passato è ancora nel nostro Dna.

Lunga e possibile transizione. Rispetto alla quale individualmente ci si può fare meno male mettendo in funzione tutti i neuroni che abbiamo, senza farsi convincere dall’imbonitore di turno.

1 – sentenza n.27023 seconda sezione penale, depositata il 13/07/2022
2 – importante anche, ai fini della competenza territoriale, è considerato competente a decidere il giudice del luogo dove sono state ricevute le somme frutto di attività illecita, anche se le stesse siano state spostate all’estero e investite in criptovalute. Disposizione che rende più semplice e fattibile un qualche ricorso contro truffe e dintorni.

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Fonte: Cryptovalute. Anche la Cassazione mette sul ‘chi va là’

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