Cryptovalute. Nel vuoto normativo… una piccola luce

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 C’è ampio vuoto normativo sulle cryptovalute, lo sostengono autorità dell’Unione europea e degli Usa, nonché autorevoli esponenti economici e premi Nobel. Un vuoto normativo che favorisce l’uso di queste valute virtuali per le più incredibili, dubbiose e spesso delittuose operazioni finanziarie in cui, di recente, è approdata anche la Russia di Putin che sembra le voglia utilizzare per eludere le sanzioni finanziarie che gli pesano dopo l’invasione dell’Ucraina.

Nel frattempo però c’è una piccola luce per chi non voglia ancora comprendere che i soldi non crescono sugli alberi selvaggi oppure non debbano necessariamente essere frutto di fortuna. Oam, organismo agenti e mediatori ha concluso proprio in questi giorni la raccolta di iscrizioni ai propri registri di chi opera nel settore, così come previsto dal DM 13/01/2022 del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Sono 46, al momento gli operatori individuabili ed “esistenti”, un elenco a cui fare riferimento per capire se le proposte allettanti che arrivano da più parti siano in qualche modo di operatori veri e non truffatori al 100%.

Questo non vuole dire che automaticamente tutte le operazioni e investimenti in cryptovalute diventano sicure, ma solo che è meglio avere una controparte con cui interfacciarsi in ambito – anche e nel caso – di giustizia italiana che non una società di qualche isoletta dei mari del Sud o di paradisi fiscali.

Gli investimenti in cryptovalute rimangono sempre vacui e basati sul nulla. Diverse istituzioni – uniche affidabili in merito – stanno cominciando a farsi carico anche di queste forme di circolazione delle valute, ma siamo ancora in alto mare.
 
 

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Fonte: Cryptovalute. Nel vuoto normativo… una piccola luce

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