Cuba si sta spopolando, il più grande esodo mai avvenuto minaccia il futuro del Paese

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Cuba

Le condizioni di vita a Cuba sotto il regime comunista sono state a lungo precarie, ma oggi l’aggravarsi della povertà e la mancanza di speranza hanno dato il via al più grande esodo dall’isola caraibica da quando Fidel Castro è salito al potere oltre mezzo secolo fa.

Il Paese è stato colpito da un pacchetto di sanzioni statunitensi più severe e dalla pandemia di Covid-19, che ha messo in ginocchio uno dei punti di forza di Cuba: l’industria del turismo.

Il cibo è diventato ancora più scarso e costoso, le file alle farmacie con scorte scarse iniziano prima dell’alba e milioni di persone sopportano quotidianamente blackout di ore. Nell’ultimo anno, circa 250.000 cubani, più del 2% degli 11 milioni di abitanti dell’isola, sono emigrati negli Stati Uniti, la maggior parte dei quali ha raggiunto il confine meridionale via terra, secondo i dati del governo statunitense.

Anche per una nazione nota per gli esodi di massa, l’attuale ondata è notevole: conta più persone rispetto a quello del ponte di Mariel del 1980 e della crisi delle zattere cubane del 1994 messi insieme, fino a poco tempo fa i due maggiori eventi migratori dell’isola.

Ma mentre quei movimenti hanno raggiunto l’apice nel giro di un anno, gli esperti dicono che questa migrazione, paragonata a un esodo bellico, potrebbe non finire e minaccia la stabilità di un Paese che ha già una delle popolazioni più anziane dell’emisfero.

La valanga di cubani in partenza è diventata una sfida anche per gli Stati Uniti ed è ora una delle più alte fonti di immigrazione dopo il Messico.

Fonte: The Vision