Pochi giorni fa ricorrevano 4 anni dal referendum sull’autonomia del Veneto. Alcuni esponenti della maggioranza zaiana di centrodestra in tale occasione hanno ribadito la necessità e la ferma intenzione di ottenere l’autonomia. L’anno scorso il leader della Lega Salvini, nel Vicentino, affermava che la riforma sarebbe stata realizzata non appena lui sarebbe tornato al governo (ci era stato fino all’anno prima e poi si era tolto). Oggi tecnicamente Salvini è al governo con Draghi, ma l’emergenza Covid evidentemente frena e soffoca altre necessità (non quella di eliminare la riforma Severino però). Nel frattempo, circa due anni fa, sono state raccolte circa 50 mila firme per il riconoscimento della lingua veneta. Non può esserci un popolo senza una lingua. Lo sanno bene i catalani, i baschi, gli scozzesi. Eppure, nonostante anche un recente sondaggio Demos realizzato dal Gazzettino dica che il 63% dei Veneti sarebbe favorevole al riconoscimento della lingua veneta, accanto ad altre lingue come il sardo e il ladino, la campagna per la lingua veneta è stata snobbata dalle forze politiche di centrodestra. Che però introducono la cultura veneta nelle scuole.
“Il patrimonio storico e culturale del Veneto è sconfinato e, purtroppo, sconosciuto a moltissimi. Non si tratta evidentemente di un caso, ma di una precisa volontà che negli anni si è consolidata. Per questo la decisione della nostra Regione di inserire la cultura veneta nei quaderni scolastici è una svolta epocale per la nostra terra. E la notizia che i Veneti usano principalmente la loro lingua per comunicare, lo conferma a pieno”. Con queste parole i Consiglieri regionali Gabriele Michieletto e Roberta Vianello (Zaia Presidente) commentano in un comunicato la notizia della firma del protocollo della Regione del Veneto per gli insegnamenti della cultura veneta negli istituti scolastici. “Le radici di un Popolo sono tanto più salde, quanto profonde. Lo sappiamo bene in Veneto – sottolineano i due Consiglieri – dove nel corso della nostra millenaria storia abbiamo avuto una Repubblica che è stato un modello per molti. La figura del Magistrato delle acque, ad esempio, fu creata dai veneziani. I primi, con Marco Polo, a confrontarsi commercialmente con la Cina, quando la via della seta era sconosciuta al mondo. Questo per dimostrare la vastità della nostra cultura, delle nostre tradizioni, della nostra storia. Per questo invitiamo la collega Ostanel a iscriversi di corsa al primo corso: ogni volta che lei saluta qualcuno con un “ciao” usa non solo la parola più conosciuta al mondo, ma una parola che è veneta. Questo per dimostrare che la lingua veneta è storia, cultura, tradizioni. Lo sa, questo, la collega che parla, a vanvera, di nostalgia?”.