Cure Palliative. Brescacin (Lega-LV): “Veneto all’avanguardia”. Bigon (Pd): “Non basta il primato, ancora troppe carenze”

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Cure Palliative, ottimi i dati del Veneto

Le cure palliative, cioè l’insieme di assistenza che allevia sofferenze e dolori al malato e ai suoi famigliari quando non c’è possibilità di guarigione, proteggendo chi soffre come avvolgendolo in un mantello (il pallium da cui etimologicamente deriva il termine), in Veneto funzionano bene. Lo sostiene la consigliera regionale Sonia Brescacin dell’Intergruppo Lega – Liga Veneta, nonché Presidente della Quinta Commissione, commentando ai dati diffusi in questi giorni dal Nuovo Sistema di Garanzia Nazionale – NSG “Le cure palliative sono prestazioni delicatissime e per questo molto importanti in termini di preparazione degli operatori e di risorse richieste. In Veneto riusciamo a garantirle al 56,2 per cento dei malati di tumore, a fronte di una media nazionale del 28 per cento. Il che si traduce in 11.642 pazienti oncologici assistiti in forma domiciliare nel solo 2022. Ma puntiamo ad estendere tutto questo ad altre tipologie di malati terminali, nell’ottica di migliorarci in continuazione e di coniugare umanità e sapere scientifico. Il valore di questi dati, però, è incontrovertibile: il livello dei servizi sanitari della nostra Regione è di qualità assoluta”.

I numeri, precisa la consigliera Brescacin, in particolare il 56,2 per cento di assistiti, provengono da una ricerca indipendente della Fondazione Gimbe di Bologna, che a metà febbraio ha svolto un’audizione al Senato. “Una percentuale – aggiunge – corroborata dal punteggio massimo, 100 su 100 dal 2017 al 2021, con riferimento alla qualità e alla diffusione delle stesse cure palliative, appena assegnato all’interno dei Livelli Essenziali di Assistenza – LEA dal NSG. Stranamente, – evidenzia Brescacin – proprio nei LEA la manina romana ha rivisto la classifica generale. Ma il Veneto può contare su ulteriori numeri molto positivi relativi all’assistenza, quella degli over 75 non autosufficienti: sono 68 ogni mille abitanti in Veneto rispetto alla media italiana di 40,2”.

Meno positivo il commento sulla situazione delle cure palliative in regione da parte della consigliera regionale del Partito democratico Anna Maria Bigon, secondo la quale il primato nazionale del Veneto nell’ambito delle cure palliative ai malati di tumore è una fotografia parziale, perché ci sono ancora forti carenze nel fornire questo sostegno alla chi ne ha necessità, in particolare se non si tratta di pazienti oncologici: “Il Veneto soddisfa gli obiettivi del ministero, ma i malati oncologici sono il 40% delle persone che necessiterebbero di cure palliative – fa presente la consigliera del Pd -. Resta un 60%, oltre 40 mila ogni anno, per le quali ci sono insufficienze evidenti. Ad esempio, manca il livello distrettuale del servizio: la stessa delibera di Giunta dello scorso anno ci dice che la presenza del medico per le cure palliative nella giornata del sabato è garantita in solo 3 distretti su 26, mentre per la domenica solo in 2. Anche per la pronta disponibilità h24 la situazione rimane desolante, con solo 3 distretti a garantirla. Ma una scarsa attuazione della rete risulta evidente se guardiamo all’attivazione degli ambulatori, appena sei, pari al 23% rispetto all’obiettivo previsto”. Quindi, se anche il risultato rilevato dal ministero è oggettivamente positivo, secondo Bigon “Non basta assolutamente per affermare che nella nostra regione sia stato raggiunto un livello soddisfacente sul fronte delle cure palliative. Occorre investire somme adeguate per garantire tutti gli ammalati”.