Da Boys Don’t Cry dei The Cure a Chimera fino a Bella Ciao: Max Ferrauto da Clermont-Ferrand torna a Vicenza con voce e cuore

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Un camino in pietra scura e una pila di libri hanno fatto da sfondo alla performance per VicenzaPiù di Max Ferrauto sabato sera, 4 aprile 2020, il musicista vicentino che tra gli anni 80 e 90 ha conosciuto la notorietà nazionale negli ambienti del Rock underground. Una location completamente diversa da quella della tavola imbandita nel video musicale della cover Via con me di Paolo Conte col suo Quartetto Rossana.

Ma al musicista vicentino non sono serviti microfoni o amplificatori per accendere la serata, ma solamente la chitarra e la sua voce, che da Clermont-Ferrand in Francia, dove vive ora, è arrivata fino alla sua Vicenza tramite una diretta Facebook sulla sua pagina e su VicenzaPiù.com, i cui amici se la sono potuta godere seduti nel loro salotto davanti a uno schermo collegato al computer o in un qualunque angolo di casa con smartphone e cuffie, opportunamente… disinfettate.

Solo qualche saluto in francese ai fans che seguivano la diretta, qualche accenno alla situazione in Francia, un saluto e un augurio ai concittadini di Vicenza e Max Ferrauto è subito partito con il primo brano della scaletta: Boys Don’t Cry dei The Cure. Un delicato arpeggio a cui si è unita la sua caratteristica voce ruvida, rassicurante. “I try to laugh about it” dice un verso della canzone, “provo a riderci su”. Un messaggio di speranza che ha accompagnato tutto il resto della serata e ha fatto dimenticare i momenti difficili che stiamo passando.

Ma la nostalgia viene presto rimpiazzata dalla sua Chimera “che sbrana”, scritta insieme al Quartetto Rossana, il cui nome, spiega Max, «è un tributo alle caramelle Rossana, che mia nonna Anna ci dava la domenica quando andavamo a trovarla». In questo brano, che riproponiamo in fondo nella versione per la sua etichetta indipendente Apple Pie Records, i dolci arpeggi di chitarra della cover dei The Cure vengono sostituiti dagli accordi più decisi e da un testo che scivola sulla tensione “sinuosa e ardente” che suscitano le ballerine del videoclip della canzone.
Una pausa per un sorso d’acqua da un ex vasetto di marmellata, «io sono per il riciclaggio totale» spiega il musicista vicentino, e si riparte.

Durante la sua ora di concerto si sono alternati brani originali scritti da lui e dal suo gruppo vicentino dei Nema Problema (formato nel 1987), classici del Rock e altre cover di Blues e Jazz, generi tra i quali riesce a spostarsi con una notevole abilità. Con la versatilità della sua voce riesce a spaziare dalle note trascinate del Blues e del Jazz fino ad arrivare alle graffiature del Rock, i growls come li chiamano gli inglesi. Ma, a sorpresa, l’ultimo brano che ci ha regalato Max è stato “Bella ciao” in chiave Blues. Un brano simbolo della Resistenza e di tutte le resistenze, compresa quella che stiamo combattendo noi contro il Coronavirus.

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