Da Giovanni Rolando un fiore a Narciso Rigo, partigiano “morto per la libertà”

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Giovanni Rolando lapide narciso Rigo
Giovanni Rolando porta un fiore alla lapide che ricorda Narciso Rigo

Un gesto semplice e senza clamore, per “non dimenticare” che la libertà, oggi data forse troppo per scontata, ottant’anni fa fu stata pagata a caro prezzo da chi ha lottato per liberare l’Italia dal Nazifascismo: il gesto è quello di Giovanni Rolando, che assieme alla moglie Cristina Bogoni e al poliziotto in pensione Salvatore Cosentino è andato a deporre un fiore alla lapide dedicata a Narciso Rigo, partigiano morto per la libertà.

La lapide si trova a Vicenza, al Villaggio del Sole, affissa all’esterno sulla casa all’inizio della strada Pasubio, nei pressi della rotatoria dell’albera e ricorda il partigiano Narciso Rigo, che lì fu ucciso il 28 aprile 1945.

giovanni rolando
Rolando con la moglie Cristina Bogoni

Sono passati 80 anni e ancora l’Italia non ha fatto pace con la sua storia, se è vero che la Festa della Liberazione viene considerata “divisiva” e se anche chi ricorda con precisione ed emozione la lotta partigiana, a volte fa fatica a parlare di fascismo e antifascismo. Eppure non c’è nulla di antistorico o di fazioso nel chiamare per nome gli eventi storici. Come si festeggiano giustamente il 4 novembre e il 2 giugno, così il 25 aprile è una data che ha segnato la fine di un conflitto sanguinoso e di una dittatura che ha portato l’Italia alla deriva. Le uniche precisazioni riguardano semmai le date precise: per Vicenza fu il 28 aprile 1945, con l’entrata in città delle truppe americane, a segnare la fine della guerra. Eppure ci furono altre 37 vittime uccise per rappresaglia, per disperazione, per rabbia, per nessun motivo valido, dato che le sorti della guerra ormai non sarebbero più cambiate.

Rolando e moglie Cristina
Giovanni Rolando con Salvatore Cosentino

Narciso Rigo fu una di queste vittime. Il gruppo di partigiani che lui comandava col nome di Pantera, fu catturato e fucilato contro il muro della palazzina Chiodi al civico 30 della S.S. Pasubio.

A guerra conclusa, il Sindaco Luigi Faccio, nell’adunanza del Consiglio Comunale del 9 aprile 1947, portò all’approvazione del consiglio: “Approvazione dell’elenco dei Caduti nella lotta di liberazione e pubblicazione del relativo opuscolo”.

Di Rigo, oltre a qualche pagina storica, resta la testimonianza di una lapide, cui probabilmente i vicentini faranno poca attenzione, anche perché situata su un punto nevralgico del traffico cittadino. Giovanni Rolando, col suo simbolico fiore, ci dà una lezione di civiltà e di storia, ricordando il Partigiano morto per la libertà.