Dall’8×1000 oltre un milione di euro per opere di carità

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La firma per l’8xmille è anzitutto una scelta: destinare a chi si preferisce una quota del gettito complessivo che lo Stato riceve dall’Irpef. Non è una tassa in più, solo l’opportunità di sostenere una “buona causa” in occasione della dichiarazione dei redditi. Non costa niente, ma è un piccolo gesto che può fare la differenza.

Anche la Chiesa cattolica è destinataria di questa parte di gettito, utilizzata per sostenere tantissimi progetti di solidarietà, che possono essere conosciuti direttamente nelle proprie Diocesi oppure visionati nel sito www.8permille.it. Sono illustrati gli interventi in tutta Italia e nei Paesi in via di sviluppo, si raccontano le attività di evangelizzazione e conforto portate avanti dai circa 35 mila sacerdoti in servizio nelle 226 diocesi italiane; poco più di 3mila sono presbiteri anziani o malati; e circa 400 fidei donum, cioè sacerdoti diocesani in missione nei Paesi del Terzo mondo.

Secondo i dati attualmente disponibili, la Diocesi di Vicenza, nell’anno 2017, ha ricevuto ed impegnato dal fondo dell’8permille 1.422.594 euro per esigenze di culto e pastorale, 1.371.139 per interventi caritativi e 5.680.575 euro per il sostentamento del clero.

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha comunicato che la somma assegnata alla Chiesa Cattolica per l’anno 2018 è di euro 997.973.199,26.

Si tratta di cifre importanti che potrebbero non durare; qualcuno ha anche ventilato l’idea di passare dall’8 al 5 per mille. Ne abbiamo fatto cenno a don Bruno Marangon, referente diocesano di questo ambito: «Se ci sarà una caduta del gettito ci sarà una riduzione anche e soprattutto di sovvenzioni per le opere di carità; perciò è necessario che si faccia conoscere questa modalità di sostegno alla Chiesa e alla carità. Anche i preti devono far cessare quel pudore che fa parlare poco di soldi destinati al clero, ma anche in buona parte ad iniziative di carità, culto e promozione delle persone».