Ieri mattina, 4 maggio, mattina al Museo del Risorgimento, anche gli addetti ai lavori –Alpini e artiglieri da montagna- hanno imparato qualcosa sul loro fedele compagno di sempre: il mulo. Assolutamente esaustivo è stato infatti l’excursus storico, ma non solo, proposto dal Generale Fabio Palladini nel presentare il suo recente libro “Il mulo, l’ibrido alpino” (Italia Storica Edizioni). “Da oltre 4 mila anni –ha esordito- il mulo cammina accanto all’uomo” e ne ha portato vividi esempi con citazioni e immagini da due millenni avanti Cristo, fino all’uscita degli ultimi muli dalla caserma, a Belluno, il 7 settembre 1993. Senza ovviamente dimenticare i cavalli dalle orecchie lunghe, come li chiama affettuosamente il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, che condivisero il freddo, il pericolo e la sofferenza degli Alpini nella campagna di Russia, e nemmeno la dipartita di Iroso, l’ultimo mulo militare in pensione, assurta a tutte le cronache nell’aprile 2019, a un soffio dall’Adunata del Centenario (Ana) a Milano. Molti anche gli aspetti “tecnici” illustrati dal Generale, su come veniva gestito e accudito l’ibrido alpino nelle diverse (e impervie) situazioni.
Michele Bottazzi, di famiglia Alpina da più generazioni (il padre orgoglioso in sala), autore del romanzo “Il Signore delle Cime” (Pagine editore) ha annunciato che, dopo un lungo e tortuoso percorso che il cinema impone, la sua storia approderà sul grande schermo. Nel libro un gruppo di Alpini della mitica Brigata Julia, sopravvissuti alla steppa russa e rientrati dopo l’armistizio, si trovano a casa l’invasore tedesco e tocca loro ancora una volta combattere. La battaglia non è la loro, è stata in qualche modo innescata mentre cercavano di riportare a casa la pelle, ma gli Alpini sono sempre pronti sacrificare la vita per quella degli altri. La sceneggiatura dell’omonimo film -dal cast impreziosito di famosi e navigati attori, da giovani promesse e pure dalla campionessa olimpica Manuela Di Centa-, in virtù dei valori che esprime, ha ricevuto il plauso del Presidente della Repubblica Mattarella e importanti patrocini, tra cui anche quello dell’ANA e quello recentissimo della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Così come nel libro, anche nella versione cinematografica si dà ampia luce e il doveroso riconoscimento, oltre che ai valori alpini, al ruolo insostituibile delle donne. Donne che, tra l’altro, saranno numerosissime anche dietro le telecamere. Le riprese, tra Veneto e Friuli, cominceranno a marzo-aprile 2025. “L’ho fatto per mio padre –ha dichiarato Bottazzi- ma in realtà ho fatto un regalo a me stesso, perché lavorando alla sceneggiatura, io non-Alpino che volevo produrre un film sugli Alpini, ho imparato tanto grazie al fatto di aver conosciuto penne nere, marroni e bianche meravigliose”.