È stata rinviata all’8 giugno 2023 la decisione sull’archiviazione o meno delle indagini sui danni da Pfas subiti dai lavoratori della Rimar/Miteni di Trissino.
In merito alla decisione odierna del Giudice per le indagini preliminari del tribunale di Vicenza si è espressa la Cgil di Vicenza
“Questa mattina, in sede di Camera di consiglio, il GIP Venditti, sentite le parti, ha fissato all’8 giugno prossimo, alle 13, l’udienza in merito all’opposizione alla richiesta d’archiviazione delle indagini avanzata dal Pubblico Ministero (PM) nel luglio dello scorso anno sul tema danni subiti dai lavoratori a causa dell’esposizione alle sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) lavorate e prodotte alla RIMAR/MITENI di Trissino.
L’opposizione era stata depositata nell’agosto dello scorso anno dall’avvocata Lucia Rupolo del Foro di Padova su incarico della CGIL e della FILCTEM CGIL di Vicenza. Le indagini erano iniziate nel 2020, sulla base di un esposto depositato in Procura proprio dalla CGIL e dalla FILCTEM CGIL di Vicenza nel 2019.
Abbiamo contestato la richiesta d’archiviazione per ragioni di merito ed anche per una ragione più generale.
1) Nel merito contestiamo una sostanziale incompletezza e lacunosità della consulenza tecnica di cui si è avvalsa la PM. Rileviamo infatti:
– la mancata presa in considerazione, o erronea interpretazione, di numerosi studi scientifici di assoluto rilievo” sul tema PFAS e danni alla salute;
– l’assenza di commento e di approfondimento della problematica dei tumori renali e della presenza nei lavoratori ex RIMAR/MITENI di valori di PFAS che non hanno uguali in tutto il mondo;
– la carenza sostanziale delle conclusioni dei consulenti rispetto alla problematica dell’ipertensione arteriosa e di altre patologie correlate all’esposizione alle sostanze PFAS;
– l’inadeguata valutazione della correlazione tra due tumori insorti in un lavoratore e la sua esposizione alle sostanze PFAS.
Riteniamo indispensabile pertanto che si approfondiscano tutti gli aspetti evidenziati e si colmino queste lacune delle indagini finora svolte.
2) Occorre poi proseguire le indagini perché i lavoratori in primis, ma anche conseguentemente tutta la popolazione contaminata, hanno il diritto di conoscere i possibili danni alla salute che potrebbero aver subito e/o subire, e di avere risposte circa le eventuali responsabilità di quanto accaduto.
Ricordiamo che l’azione di tutela messa in campo dalla CGIL, attraverso il Patronato INCA, dei lavoratori esposti che ci hanno dato mandato, ha permesso ad oggi di inoltrare all’INAIL 43 domande di riconoscimento di malattia professionale. Di queste l’INAIL ne ha finora accolte 19, riconoscendo che il solo bioaccumulo nel sangue di PFAS è un danno perché può favorire l’insorgenza di una serie di patologie correlate; altre 21 sono in fase di valutazione e 3 sono state respinte.
In ragione di tutto ciò confidiamo che il GIP rigetti la richiesta d’archiviazione e disponga il proseguimento delle indagini”.
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