
Sul palcoscenico di Danza in Rete Festival edizione 2025 – il festival promosso e realizzato dalla Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza in collaborazione con una rete di soggetti istituzionali e operatori culturali del territorio e nazionali – arriva un’altra prestigiosa compagnia internazionale, il Ballet Junior de Genève, un nutrito ensemble noto per il suo repertorio dinamico e innovativo, con sede a Ginevra, che riunisce giovani e talentuosi ballerini, di età tra i 17 e i 23 anni.
Ad esibirsi mercoledì 12 marzo alle 20.45 in Sala Grande del Teatro Comunale di Vicenza sarà – in prima ed esclusiva regionale – il Ballet Junior de Genève, la formazione giovanile dell’omonimo balletto svizzero, che da oltre 40 anni forma nuove generazioni di interpreti, mettendoli alla prova con coreografi di fama mondiale; tre le creazioni nel programma della serata del festival: “Touch base” di Marne Van Opstal, “Tenir le temps” di Rachid Ouramdane e “Rooster” di Barak Marshall, uno spettacolo multiforme in cui danza contemporanea di altissimo livello, scelte musicali particolarissime e il rigore interpretativo dei giovani talenti, guidati dall’abilità e dalla creatività di esperti insegnanti, offrirà al pubblico una prova di grande originalità.
L’Incontro con la Danza che precede lo spettacolo si svolgerà mercoledì 12 marzo alle 20.00 al Ridotto del Tcvi, condotto da Stefano Tomassini, critico di danza e docente di studi coreografici e di danza all’Università IUAV di Venezia. Lo studioso presenterà al pubblico la compagine giovanile della celebre formazione svizzera che unisce lo spirito e l’energia dei migliori giovani danzatori all’abilità e alla creatività di docenti esperti e celebri coreografi internazionali; l’incontro affronterà anche i diversi percorsi dei tre autori e dei loro linguaggi coreografici e sonori.
Il programma della serata presentata dal Ballet Junior de Genève prevede tre composizioni diverse per ispirazione, codici coreutici e scelte musicali, un imperdibile trittico contemporaneo, in grado di trasportare il pubblico in un viaggio in cui il movimento, l’uso sapiente di luci e ombre e la scelta composita del colore divengono il linguaggio espressivo nella diversa prospettiva dei tre creatori.
Si inizia con “Touch Base”, coreografia creata dall’artista performativo olandese Marne Van Opstal nell’agosto 2019 in occasione del Summer Intensive Course al Nederlands Dans Theater. L’artista, noto per le scelte eclettiche e i tratti talvolta surreali dei suoi progetti, riverserà sulla scena un’interazione di e fra i corpi dei danzatori, intervallata da assoli complessi e di grande effetto.
A seguire sarà presentato “Tenir le temps” (2015) di Rachid Ouramdane, uno dei pezzi più danzati dell’artista indipendente e coreografo franco-algerino. Si parte da un interrogativo che l’autore pone a sé stesso e rilancia agli spettatori: chi controlla ciò che accade nella nostra società che, sempre più, corre a diverse velocità? Ouramdane non dà risposta, ma lascia che siano i danzatori ad aprire uno spettro di possibilità sulla scena, attraverso gesti concertati che riprendono una ricerca che il coreografo conduce da anni sulle molteplici identità che ciascun individuo racchiude. La partitura del compositore Jean-Baptiste Julien risponde in perfetta sintonia alla scrittura coreografica ricordandoci che, l’arte della ripetizione, del canone e del leitmotiv sono concetti fondanti della danza.
Chiuderà la serata “Rooster”, creazione del 2009 del coreografo israeliano Barak Marshall (figlio della grande danzatrice di origine yemenita Margali Oven), basata sul racconto dello scrittore ebraico Isaac Leib Peretz “Bontshe il Silenzioso”, la storia di un uomo che viene processato nell’aldilà per non essersi mai ribellato alle continue ingiustizie subite durante la sua vita. Partendo dalla traccia narrativa, Marshall crea una coreografia per 12 danzatori e un cantante d’opera, un lavoro di teatro-danza con riferimenti alla mitologia greca, ad “Aspettando Godot” e alla Bibbia, un altalenare di toni tristi e giocosi, proposti in una serie di istantanee color seppia che raccontano le tappe fondamentali della vita passata, un turbinio leggero e incantevole, di grande poesia.