
(Adnkronos) –
L’Ue prevede di imporre dazi fino al 25% sui prodotti statunitensi come ritorsione per le imposte sui metalli, ma risparmierà il bourbon per proteggere il vino e gli alcolici europei dalle rappresaglie, secondo un documento visionato dall’Afp oggi. I dazi proposti, elaborati dopo l’entrata in vigore delle misure volute dal presidente Donald Trump su acciaio e alluminio il mese scorso, mirano a dimostrare la forza dell’Ue, mentre Bruxelles cerca di negoziare con Washington. La strategia dell’Ue “resta la stessa. Vogliamo evitare i dazi, non metterli. La nostra risposta è per fasi, calma, calibrata. Siamo in costante contatto con i nostri Stati membri e le nostre industrie. Noi non vogliamo i dazi, non abbiamo creato noi questa situazione. Aspettiamo che le nostre controparti americane si impegnino in negoziati significativi”, ha detto oggi il portavoce della Commissione Europea Olof Gill, a Bruxelles in conferenza stampa, rispondendo alle parole del presidente degli Usa Donald Trump sulla necessità che l’Ue acquisti idrocarburi da Washington in quantità massicce per riequilibrare la bilancia commerciale. Il portavoce conferma che la lista dei prodotti importati dagli Usa nell’Ue che verranno colpiti da dazi nell’ambito della risposta alle tariffe su acciaio e alluminio annunciati da Washington il 12 marzo scorso verrà votata domani in comitato, secondo la procedura della comitologia che dà un notevole potere alla Commissione. “La porta è aperta, siamo pronti a discutere” con gli Usa, aggiunge Gill. Il portavoce ricorda poi che lo strumento anti-coercizione dell’Ue “è stato creato primariamente affinché l’Unione disponesse di leve, in una situazione in cui si vedano chiari esempi di coercizione economica, perché potesse agire in modo più veloce e più forte rispetto alle classiche misure commerciali. Per essere chiari, il ‘grande bazooka’ è tuttora sul tavolo, ma speriamo di non doverlo usare, perché stiamo tentando di evitare un Big Bang”. Sulla stessa linea la portavoce dell’esecutivo Ue per l’Energia Anna Kaisa-Itkonen, secondo la quale gli Stati Uniti d’America “restano un partner importante per la diversificazione delle nostre fonti di energia” e “siamo assolutamente pronti a negoziare e discutere” con Washington su eventuali acquisti, tenendo presente che la Commissione Europea “non è un attore di mercato” e che i contratti li firmano le imprese private. Bruxelles ha eliminato il bourbon da un elenco preliminare di prodotti presi di mira, dopo aver ceduto alle richieste dei principali esportatori di vino, Francia e Italia, spaventati dalla minaccia di Trump di colpire le bevande alcoliche europee con una tariffa del 200% come ritorsione. Il whiskey prodotto negli Stati Uniti non figura nell’elenco finale visionato dall’Afp, che è stato inviato ai rappresentanti degli Stati membri dell’Ue prima del voto di domani. L’elenco propone dazi su beni come soia, pollame, riso, mais dolce, frutta e noci, legno, motociclette, plastica, tessuti, dipinti, apparecchiature elettriche, trucchi e altri prodotti di bellezza. Finora Bruxelles si è astenuta dal reagire ai dazi del 20% sulle importazioni del blocco ordinati come parte dell’assalto tariffario globale di Trump, con gli Stati dell’Ue che si sono uniti in una spinta per evitare una guerra commerciale totale attraverso i negoziati. Ma l’Unione sta reagendo ai suoi dazi del 25% sui metalli, con una risposta in due fasi destinata a svilupparsi nelle prossime sei settimane. Innanzitutto, consentirà ai dazi risalenti al primo mandato di Trump, ma attualmente sospesi, di tornare in vigore a metà aprile. La seconda parte della risposta riguarda una nuova serie di dazi che prendono di mira i beni statunitensi, come riportato nel documento. Se approvate, la maggior parte delle tariffe entrerà in vigore a metà maggio, mentre alcune, come quelle sulle mandorle, inizieranno a dicembre, secondo il documento. Inizialmente Bruxelles stimava che le tariffe statunitensi avrebbero colpito 28 miliardi di dollari di esportazioni e la risposta europea avrebbe interessato la stessa quantità di prodotti statunitensi. Ma il commissario al Commercio dell’Ue Maros Sefcovic ha affermato ieri che “non arriverà al livello di 26 miliardi di euro (28 miliardi di dollari), perché abbiamo ascoltato molto attentamente i nostri Stati membri”. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha ribadito ieri che Roma non voleva che il bourbon fosse incluso, perché sarebbe stato “controproducente”. “Sarebbe dannoso per le nostre esportazioni di vino”, ha detto ai giornalisti in Lussemburgo mentre i ministri del commercio dell’Ue si incontravano per discutere dei nuovi dazi radicali di Trump annunciati la scorsa settimana. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)