Dazn, cosa ci insegna la vicenda. Aduc: istituzioni indifferenti ai privilegi ma non ai media

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Dazn, la vicenda in un bicchiere d'acqua
Dazn, la vicenda in un bicchiere d'acqua

La tempesta in un bicchiere d’acqua sul caso Dazn è terminata. Il gestore dello streaming della partite di calcio serie A ha fatto sapere che non modificherà il contratto “due al prezzo di uno”  – afferma nel comunicato che pubblichiamo l’Aduc (qui altre note Associazione per i diritti degli utenti e consumatori su ViPiu.it, ndr) –.

Una retromarcia sulle indiscrezioni, visto che Dazn non aveva annunciato le sue intenzioni di modifica unilaterale del contratto… ma tant’è… era previsto anche un incontro in merito col ministro dello Sviluppo economico (chiesto dal ministro stesso!!)… perché si diceva che Dazn volesse applicare i vantaggi che gli sono consentiti dalle leggi… sì, è proprio così!

Ora i media parlano di vittoria del ministro e, ovviamente, delle associazioni di consumatori che avevano a suo tempo annunciato denunce, class action, ricorsi, etc.

Per quanto ci riguarda continuiamo a denunciare non le indiscrezioni sulle intenzioni di chi gestisce lo streaming sulle partite di calcio, ma che nei nostri codici esista la possibilità che un gestore Tlc decida quando vuole di modificare le condizioni del contratto, e all’utente non rimane che accettarle entro 30 giorni o andare altrove… “altrove” che nello specifico – servizio gestito in regime di monopolio – è un nulla… della serie “o mangi questa minestra o salti dalla finestra”.

A nostro avviso i problemi erano, e sono:

– le partite dello sport più seguito d’Italia trasmesse in regime di monopolio, con tanto di presenza di servizio pubblico radiotelevisivo, pagato con un’imposta, anche per lo sport.

– che ad un gestore di servizio tlc sia concesso di cambiare il contratto quando gli pare e piace, senza reciprocità in questo diritto (se l’utente decide di sciogliere il contratto prima della scadenza, paga una penale)… la cosiddetta clausola vessatoria.

Chissà se il ministro dello Sviluppo economico, e tutti coloro che hanno “partecipato” a questa vicenda prenderanno a cuore il problema in questi termini…. Ne dubitiamo, visto che i riflettori dei media sono altrove e l’urlo della signora Rossi a cui viene imposto il cambio contratto per un servizio che le serve per tenersi in contatto coi propri cari… non è paragonabile all’urlo di chi segue il calcio e, soprattutto, non viene ascoltato da chi dovrebbe.

Questo è il pianeta Tlc: norme a vantaggio dei gestori e indifferenza istituzionale.