Ddl autonomia differenziata al Consiglio dei Ministri, tappa fondamentale per l’iter

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ddl autonomia differenziata
Ministri del Governo Meloni

Giovedì 2 febbraio 2023 il disegno di legge (ddl) sull’autonomia differenziata sarà sottoposto al Consiglio dei Ministri.

“Si tratterà di una giornata storica”, ha commentato il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, tra i principali sostenitori della riforma che di recente ha subito una forte accelerata con l’avvento al Ministero degli Affari regionali e Autonomie del leghista Roberto Calderoli. Quest’ultimo aveva promesso “tempi rapidi” e così sta avvenendo (leggi qui).

Zaia ha aggiunto che con il Ddl sull’autonomia differenziata: “Non solo si darà risposta a chi, come il Veneto, da anni ha chiesto di avviare questo progetto, sancito nella nostra regione dal referendum concretizzatosi del 2017. Ma sarà finalmente l’occasione per dar corso ai dettami dei Padri Costituenti. Nell’ossequioso rispetto della Costituzione, con l’autonomia si va verso un Paese che prende sempre più le connotazioni federaliste, sancite dalla Carta.

È un bel segnale – prosegue Zaia – l’inizio pragmatico di un percorso. Siamo di fronte a un Governo coerente, che rispetta i cittadini, che dimostra di avere un’importante visione per il futuro del Paese. Si abbandona il centralismo, senza minare in alcun modo l’unità dell’Italia, ma anzi rinsaldandola attorno a una riforma attesa da anni. Il Governo sta dimostrando di saper guardare al futuro, con  responsabilità e modernità”.

Ovviamente, la riforma non trova tutti d’accordo, e oggi la senatrice vicentina Barbara Guidolin del Movimento 5 Stelle ha commentato tirando in ballo Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia.

“Berlusconi ha detto che è un bene dare più soldi e poteri alle Regioni in nome dell’autonomia. A parte che non ne becca una nemmeno per sbaglio, al senatore Berlusconi dico che, come sempre, vede quello che gli conviene vedere. Ma che conviene a lui e ai suoi amici, non certamente ai cittadini. Perché al ricco cavaliere piace una sanità accessibile a chi ha tutto e chiusa per chi non ha niente.

Sicuramente Lombardia e Veneto – ha aggiunto la senatrice Guidolin – sono al primo posto sul giro d’affari generato dalla migrazione sanitaria. Ma ciò che non vuole vedere è il progressivo scivolamento della sanità pubblica verso il privato, a svantaggio dei più deboli.

Berlusconi fa finta di non sapere che la maggior parte dei pronto soccorso sono in mano alle cooperative private. Proprio in Lombardia più del 90% delle RSA sono private, mentre le lunghe liste d’attesa nella sanità pubblica vengono coperte (guarda caso) dalle cliniche private convenzionate.

Tutto ciò per non parlare dello sfruttamento dei lavoratori esternalizzati dal SSN. È proprio di questi giorni la notizia che ci arriva dalla Lombardia dove la Corte d’Appello ha dichiarato incostituzionale pagare 5 euro l’ora il personale dei trasporti pubblici esternalizzato. Forse da palazzo Grazioli il senatore Berlusconi non sente il grido d’aiuto che ci arriva ogni giorno da infermieri, oss, ausiliari e personale di vigilanza del nostro Ssn che sono sottopagati pur lavorando nel pubblico. Le regioni dove stanno?”, ha concluso Guidolin.