“Dalla discussione in aula usciamo purtroppo con una convinzione: questo Paese deve fare molti passi in avanti sulla strada dei diritti. La mozione proposta non entrava nel merito della formulazione del Ddl Zan, ma auspicava una rapida approvazione, denunciando un insopportabile stallo. Abbiamo votato a favore perché crediamo non sia giusto perdere l’occasione di rispondere a un bisogno di tutela e a una richiesta di rispetto che arriva da tanti giovani e non solo. Bisogni che sono confermati da fatti di cronaca dolorosissimi che leggiamo sempre più spesso”. Queste le parole affidate a un comunicato di Vanessa Camani, vice capogruppo del Partito Democratico, in merito alla mozione sul Ddl Zan, prima firmataria la collega Elena Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) bocciata dall’aula nella seduta di questo pomeriggio.
“Dovremmo cominciare a vedere quella proposta non come un tentativo di tutelare una minoranza, bensì come alla possibilità di alzare l’asticella del rispetto verso le persone, consentendo a tutti di vivere meglio senza togliere niente a nessuno. Tranne, giustamente, a chi usa violenza o istiga all’odio. Se in Parlamento le forze di centrodestra avessero davvero l’intenzione di raccogliere questo messaggio sul bisogno di rispetto e di tutela aggiuntivi – sottolinea la consigliera – in pochi mesi saremmo in grado di rileggere al Senato il testo e di riapprovarlo alla Camera vista l’ampia maggioranza che sostiene il Governo. Il dibattito in aula se non altro ha fatto chiarezza: non solo a Roma, ma anche dentro il Consiglio regionale, c’è chi quel bisogno è intenzionato a negarlo”, conclude Vanessa Camani.